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venerdì 11 gennaio 2019

Castel Volturno. Si riduce il già precario organico in Comune: sei funzionari e impiegati arrestati.

Sono sei le persone finite nella rete della giustizia, dirigenti e funzionari dell’ente gestivano gli atti in Comune con mazzette, crociere e prestazioni sessuali come pubblicato dal Mattino di Napoli.

L’Ufficio tecnico comunale sarebbe stato usato come ritrovo per il pagamento degli oneri concessori saldati anche con prestazioni sessuali di alcune richiedenti, il pagamento in natura sarebbe avvenuto per il rilascio di autorizzazioni amministrative e permessi a costruire, questi in parte sarebbero gli atti d’accusa emersi dall’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, che ha portato oggi agli arresti sei persone.

A finire sul banco degli imputati sono stati il dirigente dell'Utc del Comune di Castel Volturno, Carmine Noviello, il dipendente Antonio Di Bona secondo la Procura Noviello sarebbe ritenuto il regista del consolidato sistema corruttivo che accettando anche, e soprattutto pagamenti in natura per anni avrebbe caratterizzato la prassi amministrativa nel comune del litorale domizio facendo mancare in questo caso i dovuti oneri alla cassa comunale.

L’Indagine partita nel 2016 sotto la vigilanza della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone, dai sostituti Quaranta e Giacomo Urbano, i carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone, che hanno iniziato a indagare sulla denuncia di un cittadino che aveva chiesto un’autorizzazione sismica, Noviello e Di Bona, finiti oggi in carcere, avrebbero ottenuto negli anni, in modo sistematico, soldi e favori per rilasciare atti e permessi.

Secondo la Procura, il tutto si sarebbe svolto all’insaputa del sindaco Dimitri Russo che da oggi ha visto ridursi la disponibilità delle risorse umane del comune venute a mancare dopo l’esito della condanna, nel dossier corruttivo sarebbero indicate anche altre figure di rilievo come funzionari e dipendenti della P. M. accusati di omissioni e alterazioni nelle dichiarazioni d’illegittimità edilizie risultate dalle verifiche effettuate e addomesticate come meglio descritte dal quotidiano Il Mattino.

martedì 18 dicembre 2018

Lotta all'evasione, nella bolletta Enel forse, sarà inserita anche la Tari.

La proposta presentata dalla Lega è rivolta a tutti i comuni in dissesto e predissesto finanziario che in Italia sono tanti, se sarà approvata colpirà tutti i furbetti delle tasse.

La notizia pubblicata dal Mattino di Napoli trova molti consensi, la Tari, la tassa sui rifiuti che molti cittadini rifiutano di pagare, presto potrebbe essere inserita nella bolletta per l'energia elettrica, in questo caso, lo Stato costringerebbe il pubblico fuorilegge a pagare il servizio ottenuto inserendo nella stessa bolletta elettrica (Enel, Tari e canone Tv) per gli inadempienti sarebbe impossibile non pagarla, si rischierebbe di restare al buio e senza la possibilità di continuare a usare gli elettrodomestici indispensabili nella vita quotidiana, un poco di soddisfazione per i virtuosi.

La notizia piace ai tantissimi virtuosi che finora hanno fatto il loro dovere di contribuenti, la Lega ha proposto l’emendamento in Commissione Bilancio al Senato esso come suddetto, è indirizzato agli enti locali in dissesto o predissesto, inutile dire che i comuni che sono in difficoltà e che stanno annaspando perchè la principale delle tasse comunali costituisce anche la più grande forma di evasione dalle casse comunali e non permette in molti casi di avere un servizio efficiente.

giovedì 22 novembre 2018

L'impiegata delle Poste dal terminale sottraeva soldi dai conti correnti.

Ancora ignote le sue generalità e quelle del suo complice, ma gli inquirenti non tarderanno a individuarlo, avrebbero sottratto circa mezzo milione di euro agli utenti.
Ha dimostrato scaltrezza e furberia l’addetta ai terminali di due uffici postali nel salernitano, infatti, appena scattate le prime denunce alla direzione postale e alle forze dell’ordine, prevedendo la fine del suo gioco di destrezza, ha deciso di licenziarsi e abbandonare i terminali, ma la mossa non è bastata a salvarla assieme al suo complice del quale nemmeno si conosce il nome, il gup Piero Indinnimeo ha respinto la richiesta di patteggiamento del suo legale di fiducia, l’avvocato Massimo Torre, come riportato dalle pagine del Mattino di Napoli.

mercoledì 19 settembre 2018

Formigoni tradito in appello, condanna aumentata a 7 anni 6 mesi.

Caso Maugeri, per Formigoni la condanna in appello è stata aumentata, dai 6 anni precedenti e stata fissata a 7 anni e 6 mesi.

La Corte d'Appello di Milano esaminato i capi d’accusa ha ritenuto giusto aumentare la pena precedentemente inflitta portandola da 6 anni a 7 anni e 6 mesi, molti ricorderanno che l’ex Governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni fu imputato di corruzione nel processo sul caso San Raffaele-Maugeri, secondo l’accusa l’imputato avrebbe ottenuto una serie di utilità, tra cui l'uso di yacht, vacanze e cene, avendo favorito i due enti con delibere di giunta per circa 200 milioni di rimborsi pubblici.

La Corte di Appello ha inflitto il massimo della pena prevista per il reato di corruzione riconoscendolo colpevole dei reati ascrittegli come riportato dal quotidiano Il Mattino di Napoli.
 

sabato 1 settembre 2018

Avellino, altro che banda degli onesti, la signora avellinese falsificava dollari.

Modificava con un processo chimico le monete da 1 dollaro in tagli da 100 dollari e li commercializzava, le nuove monete erano quasi perfette.

Una 40enne di Avellino, attraverso un sofisticato procedimento chimico trasformava banconote autentiche da 1 dollaro in biglietti falsi da 100, la Guardia di Finanza di Avellino, coordinata dalla Procura del capoluogo irpino, ha rinviato a giudizio la 40enne avellinese accusata di falsificazione, spendita e introduzione nel territorio dello Stato di dollari americani contraffatti anche se molto ben fatti, il procedimento adottato da buoni risultati per il commercio ma non per i finanzieri.

LA TECNICA USATA. Le banconote da 1 dollaro, attraverso il sistema cosiddetto «bleached», venivano trattate con un reagente chimico che rimuovendo l'inchiostro originale consentiva di avere a disposizione la filigrana originale da poter riutilizzare per la stampa illegale di biglietti da 100 dollari di ottima fattura, per aver conservato al loro interno le fibrille di sicurezza di colore rosso e blu presenti nelle banconote emesse dal Tesoro statunitense

giovedì 12 luglio 2018

Processo al clan dei Casalesi, condannate le figlie di Bidognetti.

Il Tribunale di Napoli Nord ha emesso la sentenza di condanna contro la fazione di Francesco Bidognetti. Condannate anche le figlie.
Si apprende da “Edizione Caserta” l'esito del processo a carico degli imputati si è svolto con il rito abbreviato nel corso del quale. Katia Bidognetti è stata esclusa dall’associazione per delinquere di stampo mafioso, assolto per non aver commesso il fatto Giovanni Lubello, ex marito di Katia, lo stesso sito di informazione ha riportato anche i nomi dei diversi condannati e le pene inflitte agli imputati.

Aulitto Ciro 9 anni ; Baldascini Antonio 7 anni e 8 mesi ; Bidognetti Katia 6 anni; Bidognetti Teresa 3 anni 4 mesi; Bidognetti Vincenzo 6 anni; Bitonto Luigi 8 anni 4 mesi; Cavaliere Stanislao 4 anni e 4 mesi; Cerci Gaetano 12 anni; Cioffi Gabriele 8 anni e 4 mesi; D’Alterio Domenico 8 anni e 4 mesi; De Luca Luigi 7 anni; De Luca Vincenzo 9 anni 8 mesi; Feola Mirko 7 anni e 9 mesi; Lubello Giovanni assolto; Maiello Umberto 8 anni 10 mesi; Manfredi Raffaele 7 anni e 8 mesi; Micillo Carmine 8 anni 10 mesi; Pacifico Dionigi 15 anni; Puoti Francesco 8 anni e 10 mesi; Quadrano Amerigo 11 anni; Schiavone Vincenzo 8 anni 8 mesi; Simonetti Giacomo 8 anni e 4 mesi; Taurino Carlo 8 anni e 4 mesi; Taurino Ciro 6 anni e 6 mesi; Verrone Giuseppe 6 anni; Verso Orietta 5 anni; Bianchi Giuseppe 11 anni; Basco Giuseppe non luogo a procedere.

Qualcuno ricorderà che le figlie del boss “Francesco Bidognetti”, finirono nel calderone camorristico con l’accusa di riciclaggio e della gestione finanziaria all’interno della famiglia camorrista dopo la mancanza del capo, oltre ad alcune presunte estorsioni che sarebbero state compiute dagli affiliati, secondo l’accusa le figlie del boss si occupavano della distribuzione degli stipendi, assistenza legale e economica per i familiari dei carcerati.

giovedì 17 maggio 2018

32 parcheggiatori abusivi arrestati a Salerno, accusati di estorsioni e minacce ad automobilisti.

Era diventata una regola minacciare anche chi restava seduto nella sua auto in attesa della moglie, tutti dovevano dare la tangente dietro minacce.

In seguito a denunce degli automobilisti taglieggiati, i carabinieri di Salerno hanno provveduto ad arrestare 32 parcheggiatori abusivi, con l’accusa di estorsione aggravata, commessa in danno di automobilisti vittime della angherie commesse da chi si erge a padrone della sede stradale nell’ambito comunale.

Il buon esito delle operazioni da parte dei militari salernitani è stato pubblicato ieri sulle pagine del Mattino di Napoli.
 

mercoledì 18 aprile 2018

Calvizzano, il ministro Marco Minniti scioglie il C. C. e insedia la Commissaria.

Comune sciolto per camorra, a Calvizzano arriva il commissario, la gestione del Comune affidata a una persona terza.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'Interno Marco Minniti, a norma dell'articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, in ragione delle riscontrate significative ingerenze da parte della criminalità organizzata, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Calvizzano e il contestuale affidamento della sua gestione a una commissione straordinaria.

Uno spettro che aleggiava da tempo, dopo l'ispezione della triade commissariale che aveva passato ai raggi X gli atti amministrativi, come si legge sulle pagine del Mattino di Napoli.

domenica 8 aprile 2018

Napoli, fattorino picchiato dai poliziotti ingiustificatamente: azione che compromette la gloriosa divisa.

Polizia in vigilanza.
                                         Nell’ambiente della polizia c’è tanta amarezza per l’abuso commesso dai due poliziotti ai danni di un fattorino colpevole o meno di uno scippo, un gesto abominevole che infanga la divisa.

L’episodio descritto e riportato dal maggiore quotidiano del mezzogiorno ha dell’inverosimile, cos’abbia spinto i due poliziotti nel centro di Napoli a rincorrere, fermare e bloccare il fattorino per poi picchiarlo anche essendo indifeso, abusando del potere della divisa che da sempre incute rispetto e sicurezza per i cittadini ha gettato veramente del fango su di essa, fango, che solamente un’energica inchiesta, e se sussistono i presupposti, una solenne condanna possono riabilitare il corpo della polizia implicata.

L’evento ha gettato inevitabilmente ombre anche su chi tutti i giorni svolge il suo ruolo di garante della sicurezza e dell’onestà al servizio dei cittadini nelle strade metropolitane, proprio per ridare orgoglio a questi professionisti dell’ordine pubblico che bisogna essere integerrimi e analizzare con zelo e scrupolo i fatti, avendo a disposizione delle immagini registrate che sono diventate di pubblico dominio oltre alle versioni di offeso e offensori, da ciò non è difficile trarre le giuste conclusioni.

sabato 3 febbraio 2018

Varcaturo, un negoziante di generi alimentari per mesi vittima di estorsioni: in due finiscono ai domiciliari

Si presentavano come appartenenti alla malavita giuglianese per intimidire la povera vittima titolare di un negozio di generi alimentari di Varcaturo, come riportato dal Mattino di Napoli.
Le estorsioni sono cominciate dal mese di aprile fino a dicembre, Carmine Giglio, 36enne di Giugliano, e Raffaele Crescenzo, 25enne di Napoli, si sono presentati nel negozio quasi tutti i giorni, esercitavano il loro falso potere con minacce fisiche e psicologiche manomettendo i prodotti oggetto del commercio minacciando anche di incendiargli il negozio se non gli consegnava ogni volta buste di prodotti gratis totalizzando circa quattromila euro di spesa che poi avrebbero pagato.

A tradirli sono stati i due assegni da duemila euro ciascuno che avevano dato al gestore come pagamento per i prodotti acquisiti che poi sono risultati scoperti, il negoziante non ha potuto fare altro che rivolgersi ai carabinieri della stazione di Varcaturo che li hanno identificati e arrestati in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda per estorsione continuata in concorso aggravata dal metodo mafioso. I due sono stati posti ai domiciliari.

venerdì 2 febbraio 2018

Avellino, commessa azione abominevole per un debito di 25 euro.

Due giovani massacrano di botte un loro coetaneo 18enne e come se non bastasse, lo imbavagliano e lo legano a un albero dove sarebbe dovuto restare per tutta la notte.

I due giovani autori della grande bravata sono stati denunciati dai carabinieri della compagnia di Avellino, accusati di estorsione, sequestro di persona e rapina, il fattaccio si è svolto ad Avellino dove la vittima era giunto proveniente da Altavilla Irpina, vittima della violenza da parte di un 17enne suo compaesano e un 18enne suo coetaneo residente nel capoluogo irpino.

I due l’avrebbero atteso alla fermata del pullman, costringendolo a salire a bordo dell’autovettura condotta dalla madre, poi i due aggressori con delle mazze di legno colpivano il giovane di Altavilla Irpina al quale dopo aver legato le mani dietro la schiena, collocavano un manicotto da moto in bocca, bloccandolo con del nastro adesivo, per impedirgli di gridare dopo lo avrebbero legato a un albero dove sarebbe dovuto rimanere tutta la notte.

Dopo vari tentativi il malcapitato riusciva a liberarsi e a chiedere aiuto a una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Avellino e poco dopo veniva trovato dai militari dove si era nascosto, tutto questo per un debito di venticinque euro come riportato dal Mattino di Napoli.

lunedì 29 gennaio 2018

Sei poliziotti ai domiciliari: mazzette per graziare i camionisti.

Avrebbero omesso di contestare ai conducenti di automezzi (autoarticolati e rimorchi) le violazioni al Codice della Strada in cambio di soldi e oggetti.

Sei agenti della Polizia stradale sono stati arrestati dai colleghi della Squadra Mobile della Questura di Taranto e della stessa sezione in esecuzione di un provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo jonico, i poliziotti arrestati si trovano ai domiciliari, avrebbero intascato tangenti o preteso prodotti oggetti dei trasporti in cambio della classica chiusura degli occhi, come riportato dal Mattino di Napoli.

L'indagine ha preso il via a seguito di una telefonata anonima giunta alla sala operativa della Questura di Taranto, nel corso della quale l'ignoto segnalava la presenza sulla strada statale 100, in direzione di Bari, di un equipaggio della Polizia Stradale intento a caricare nel bagagliaio dell'auto di servizio (posta a fari spenti sul ciglio della strada) alcune casse di pesce prelevate dall'interno di un furgone per il trasporto di prodotti ittici fermato per un controllo.

Dopo la segnalazione, furono predisposti servizi di controllo che hanno consentito di rilevare e videoregistrare, in almeno due occasioni, l'effettiva consegna di banconote da parte di camionisti sottoposti a controllo dall'equipaggio indiziato, in seguito, furono montate microspie audio-video nell'auto di servizio dei poliziotti che hanno permesso di registrare i commenti scambiati tra gli indagati sia nell'immediatezza dei controlli sia subito dopo la partenza dei veicoli controllati.

mercoledì 13 dicembre 2017

Decapitato il clan Zagaria, arrestate le reggenti finanziarie che gestivano proventi e stipendi.

Arrestate tutte le donne della famiglia che gestivano gli affari al posto dei mariti detenuti, erogavano anche gli stipendi agli affiliati.

Duro colpo al clan Zagaria inferto dalla Dia di Napoli e dal nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria, a finire in carcere questa volta sono state la sorella di Michele Zagaria e le mogli dei fratelli che secondo l’accusa continuavano a gestire gli affari della famiglia Zagaria controllando le entrate finanziarie e pagare gli stipendi agli affiliati che dietro pagamento continuavano a eseguire gli ordini ricevuti dalle donne in nome del boss, come si legge sul Mattino di Napoli.

venerdì 27 ottobre 2017

Caserta, a Carinola l’inefficienza della Giustizia: tutti gli imputati liberi senza processo.

Imputati per lo scandalo delle fogne scoppiato nel 2012, per le cinque persone coinvolte dopo cinque anni il proscioglimento senza essere nemmeno ascoltati.

E' accaduto a Carinola, un Comune dell’alto casertano, dopo cinque anni, per gli imputati del processo coinvolti nello scandalo fogne comunali arriva il proscioglimento totale senza essere mai stati sentiti dai giudici, come riportato dal Mattino di Napoli.

Non è mai stata accertata la colpevolezza o l’innocenza delle cinque figure iscritte nel registro degli indagati che si sarebbero macchiate di aver pilotati appalti pubblici per favorire qualche conoscente di turbativa d’asta e d’altro, ma in effetti gli indagati non sarebbero mai stati sentiti dai giudici e alla fine si sarebbe trattato solo di un dispendio di energie e soldi che il potere giudicante avrebbe potuto investire meglio.

Tanto impegno speso per l’inchiesta per poi terminare il percorso giudiziario in un nulla di fatto. È questo il destino dell’indagine su appalti e gare bandite dal comune di Carinola dove furono indagate cinque il direttore dei lavori del Comune di Carinola, un dipendente dell’ufficio tecnico di Carinola e il titolare della ditta edile che avrebbe dovuto realizzare i lavori dunque: nulla di fatto ma solo un dispendio di energie grazie alla prescrizione.

sabato 21 ottobre 2017

Furbetti del badge a riposo, impronte digitali al posto del cartellino all’ospedale A. Cardarelli.

Il direttore Verdoliva contro i furbetti del cartellino: entro gennaio saranno eliminati tutti i marcatempo sostituiti dal lettore delle impronte digitali.

Entro gennaio tutti i marcatempo dei dipendenti saranno sostituiti dal nuovo sistema di rilevazione della presenza tramite il sistema delle impronte digitali, ad annunciarlo è lo stesso direttore generale dell'ospedale "Cardarelli" di Napoli, Ciro Verdoliva, costretto a cambiare metodo in seguito al cosiddetto scandalo dei "furbetti del cartellino" all'ospedale Loreto Mare di Napoli.

A chiedere la svolta sono stati gli stessi dipendenti della grande struttura sanitaria per dimostrare a tutti che al Cardarelli non ci sono furbetti e che non si effettuano truffe alle casse, il nuovo sistema ha trovato pieno consenso anche da parte del garante sulla legittimità di questa tecnologia, a garanzia della privacy dei dipendenti.

Il Garante ha espresso così la sua linea, "l'obiettivo principale dell'istallazione del sistema di rilevazione biometrica non è di accertare la prestazione lavorativa del singolo dipendente" ma "di garantire che ogni dipendente registri l'inizio della prestazione lavorativa unicamente per se stesso e non per altri colleghi", a introdurre l’importante novità gestionale sarà il primo ospedale del mezzogiorno.

giovedì 19 ottobre 2017

Iscrizione nel registro Indagati, la giustizia a una svolta: l'avviso di garanzia non è più un atto dovuto.


L’Iscrizione nel registro degli indagati non è più un atto dovuto che incrimina ancor prima di un reale accertamento delle responsabilità.

Si sta avverando una vera e propria rivoluzione nella giustizia, a provocarla è stata la circolare con cui il Procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ha prescritto ai suoi pm di evitare l'iscrizione nel registro degli indagati rispondendo alla logica del cosiddetto atto dovuto.

Non basta, ha spiegato il magistrato, una «lettura meccanica» delle norme, ma occorrono «elementi indizianti di carattere specifico». Poiché, se è vero che l'iscrizione in un procedimento ha di per sé aspetti innegabilmente negativi, con effetti pregiudizievoli non indifferenti sia sul piano professionale che sulla reputazione.

Secondo il Procuratore Pignatone l’iscrizione stessa nel registro degli indagati basta da se a mettere un cittadino alla gogna pubblica rendendo l’individuo colpevole ancor prima di averne le certezze, e scatenando l’effetto della pena anticipata, erogata senza condanna e senza processo, come riportato dal quotidiano Il Mattino di Napoli.

La saggezza di un procuratore capo ha risposto a questa domanda che né i suoi colleghi né il legislatore si erano posti prima di oggi. E ha riscritto, almeno a Roma, le regole d’ingaggio nel rapporto tra la giustizia e il cittadino.

L’ha fatto ricordandosi che, in base alla legge, il magistrato inquirente deve cercare tanto le prove a carico quanto quelle a discarico dell'indagato. E quindi ha il dovere di restituire perfino al sospetto quel minimo di dignità che il sospetto merita, e che lo distingue dal fango.

sabato 30 settembre 2017

Pozzuoli, brillante operazione dei carabinieri, arrestano uno dei rapinatori subito dopo la rapina.

In tre fanno irruzione nel supermarket e rapinano l’incasso: un arresto durante la fuga, adesso sono sulle tracce degli altri due malviventi.
Tre rapinatori armati di pistola e con il volto coperto dopo essere entrati in un supermercato di via Campana a Pozzuoli, minacciando le povere cassiere, si sono fatti consegnare 2000 euro in contante. Una pattuglia della stazione carabinieri di Pozzuoli in servizio nelle vicinanze attivata dalla centrale operativa è intervenuta in pochi minuti intercettando i malviventi nei pressi dell'uscita dell'esercizio commerciale mentre tentavano di fuggire a bordo di uno scooter.

L’inseguimento dei carabinieri e durato poco, infatti, i rapinatori e dopo alcune decine di metri hanno deciso di abbandonare il mezzo per darsi alla fuga a piedi, uno dei 3 è stato rintracciato grazie all’aiuto di un’altra pattuglia dell'aliquota radiomobile della Compagnia di Pozzuoli, si tratta di Giuseppe De Mari, un 18enne di Pozzuoli, preso mentre scavalcava la recinzione di un parco privato, dove aveva intenzione di nascondersi, gli altri non tarderanno a finire nella rete della giustizia, la refurtiva che è stata restituita al legittimo proprietario, come riportato dal Mattino di Napoli.

domenica 17 settembre 2017

Castel Volturno, la vigilessa multa l'assessore a capo della Polizia municipale.

Durante le azioni di controllo del territorio la vigilessa sanziona le auto in divieto di sosta e tra queste, anche quella dell’assessore con delega alla polizia metropolitana castellana.

La polizia municipale nell’ambito del controllo del territorio cittadino nota alcune automobili parcheggiate lungo la strada in maniera irregolare nonostante il divieto di sosta.

Subito partono le multe, e qui la sorpresa, una delle auto sanzionate è dell’assessore capo della Polizia Municipale della giunta del sindaco Russo, si tratta di Carlo Nugnes, assessore con delega fra le altre proprio alla polizia locale, arrivato sul posto pochi minuti prima per partecipare a una manifestazione contro l’illegalità.

Carlo Nugnes in un primo momento crede a uno scherzo, quando, invece, capisce di essere stato multato come un normale cittadino indisciplinato filosoficamente dichiara: «Saranno soldi che pagherò con estremo piacere – dice l’assessore – perché è il segnale che finalmente anche a Castel Volturno si sta facendo sul serio».

sabato 16 settembre 2017

Avellino, Gigi D’Alessio e il suo concerto di Pratola Serra sotto i riflettori della Finanza.

Pratola Serra, la Finanza in Comune per l’accesso agli atti contabili per verificare la contabilità e i costi del concerto di chiusura della festa padronale dello showman napoletano.

I costi relativi allo show del cantautore partenopeo, Gigi D’Alessio, che ha chiuso i festeggiamenti patronali sotto l’attenzione dei militari del Nucleo Tutela Spesa Pubblica della Polizia Tributaria di Avellino, hanno chiesto all’ufficio ragioneria della sede municipale gli atti riguardanti la contabilità riguardo ai fondi elargiti in occasione del concerto tenuto dal cantante allo scopo di fare chiarezza sulla contabilità dello spettacolo che si è tenuto lo scorso 4 settembre.

Forse, il dubbio che le Fiamme Gialle, dirette dal colonnello Gennaro Ottaiano, intendono accertare e se la cifra elargita non sia comprensiva di tangenti o altro per verificare se le modalità di erogazione dei finanziamenti elargiti dalla Regione Campania per l’allestimento di grandi eventi come questo di Pratola Serra corrispondano a reale passaggio di mano tra la Regione Campania, il Comune e l’Artista e che non ci siano state intermediazioni di sorta.

martedì 29 agosto 2017

Santa Maria La Fossa: nel comune casertano, la Guardia di Finanza sequestra piantagione di marijuana.

Nonostante la forte attività di prevenzione per la coltivazione e spaccio di marjuana operata delle forze dell’ordine il fenomeno sembra espandersi a macchia d’olio.

I finanzieri della Compagnia di Capua e del Reparto Operativo Aeronavale di Napoli hanno sequestrato, nel Comune di Santa Maria La Fossa (CE), una vasta piantagione di marijuana di circa 70.000 mq., nascosta fra alberi e fitti arbusti la costante attività istituzionale di controllo economico del territorio svolta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta per la prevenzione e il contrasto delle attività criminali sembra non riuscire a stare dietro l’illegalità.

Quello della coltivazione fuorilegge portata avanti con tutti gli accorgimenti del caso sta a dimostrare che l’illegalità sta diventando sempre più ardita, le cosche criminali trovano sistemi sempre nuovi per la coltivazione dell’illegalità, terreni abbandonati, intestazioni fittizie ad anziani e altri espedienti difficili da combattere, chissà se ha questo punto non converrebbe legalizzarne la produzione e controllarne qualità e quantità.

Il sequestro avvenuto in data odierna testimonia il costante presidio di sicurezza garantito dalla Guardia di Finanza di Caserta sul territorio a contrasto dei traffici illeciti e a salvaguardia della legalità ma si sta dimostrando una lotta impari vista la diffusione della coltivazione di questo stupefacente, è prevedibile che molti terreni seviziati agli incendi prossimamente saranno adibiti allo stesso scopo.