
Sarebbero risultate tutte false le notizie che negli anni scorsi hanno contribuito e portato al collasso la nostra produzione agroalimentare, un danno da oltre 500 milioni di euro inflitto ai produttori agricoli e all’intero indotto agricolo campano, alimentato da scoop non verificati, dai sentito dire copiati-incollati da un sito all’altro che hanno avuto la capacità d’infondere la paura nel cuore del popolo ingiustificatamente.
È questa la conclusione dei lavori della più grande ricerca scientifica mai realizzata sul campo in Italia, durata tre anni, coordinata dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno a Portici alla quale hanno partecipato cinquanta istituti pubblici specializzati in salute, ambiente, cibo, e quanto si legge sulle pagine del Mattino di Napoli.

Il coordinamento di questo lavoro è stato affidato ad Antonio Limone, direttore dell’istituto Zooprofilattico di Portici.
Per capire la passione, ma anche la rabbia, di alcuni interventi in questa due giorni bisogna andare con il pensiero a quattro anni fa, quando la Campania fu presentata come una regione avvelenata, produttrice di tumori e piena di rifiuti tossici, in cui mozzarella, pomodori, ortaggi e frutta in genere, senza alcun riscontro scientifico, furono ritenuti prodotti a rischio e le aziende dovevano portare la merce sui mercati pugliesi dove invece che a cento riuscivano a vendere a venti.