Dopo la distruzione della nostra rinomata agricoltura campana, ci si è accorti che il tutto era basato su supposizioni e sentito dire, come si potrà guadagnare nuovamente il mercato?
Sarebbero risultate tutte false le notizie che negli anni scorsi hanno contribuito e portato al collasso la nostra produzione agroalimentare, un danno da oltre 500 milioni di euro inflitto ai produttori agricoli e all’intero indotto agricolo campano, alimentato da scoop non verificati, dai sentito dire copiati-incollati da un sito all’altro che hanno avuto la capacità d’infondere la paura nel cuore del popolo ingiustificatamente.
È questa la conclusione dei lavori della più grande ricerca scientifica mai realizzata sul campo in Italia, durata tre anni, coordinata dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno a Portici alla quale hanno partecipato cinquanta istituti pubblici specializzati in salute, ambiente, cibo, e quanto si legge sulle pagine del Mattino di Napoli.
Lo studio è stato presentato al Dipartimento di Agraria della Federico II nel corso di una due giorni conclusa da una conferenza stampa durante della quale il governatore Vincenzo De Luca non ha perso l’occasione per criticare attaccare «una certa stampa» che si nutre, a suo dire, di sensazionalismo e di fatti non verificati e mai approfonditi.
Il coordinamento di questo lavoro è stato affidato ad Antonio Limone, direttore dell’istituto Zooprofilattico di Portici.
Per capire la passione, ma anche la rabbia, di alcuni interventi in questa due giorni bisogna andare con il pensiero a quattro anni fa, quando la Campania fu presentata come una regione avvelenata, produttrice di tumori e piena di rifiuti tossici, in cui mozzarella, pomodori, ortaggi e frutta in genere, senza alcun riscontro scientifico, furono ritenuti prodotti a rischio e le aziende dovevano portare la merce sui mercati pugliesi dove invece che a cento riuscivano a vendere a venti.
Sarebbero risultate tutte false le notizie che negli anni scorsi hanno contribuito e portato al collasso la nostra produzione agroalimentare, un danno da oltre 500 milioni di euro inflitto ai produttori agricoli e all’intero indotto agricolo campano, alimentato da scoop non verificati, dai sentito dire copiati-incollati da un sito all’altro che hanno avuto la capacità d’infondere la paura nel cuore del popolo ingiustificatamente.
È questa la conclusione dei lavori della più grande ricerca scientifica mai realizzata sul campo in Italia, durata tre anni, coordinata dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno a Portici alla quale hanno partecipato cinquanta istituti pubblici specializzati in salute, ambiente, cibo, e quanto si legge sulle pagine del Mattino di Napoli.
Lo studio è stato presentato al Dipartimento di Agraria della Federico II nel corso di una due giorni conclusa da una conferenza stampa durante della quale il governatore Vincenzo De Luca non ha perso l’occasione per criticare attaccare «una certa stampa» che si nutre, a suo dire, di sensazionalismo e di fatti non verificati e mai approfonditi.
Il coordinamento di questo lavoro è stato affidato ad Antonio Limone, direttore dell’istituto Zooprofilattico di Portici.
Per capire la passione, ma anche la rabbia, di alcuni interventi in questa due giorni bisogna andare con il pensiero a quattro anni fa, quando la Campania fu presentata come una regione avvelenata, produttrice di tumori e piena di rifiuti tossici, in cui mozzarella, pomodori, ortaggi e frutta in genere, senza alcun riscontro scientifico, furono ritenuti prodotti a rischio e le aziende dovevano portare la merce sui mercati pugliesi dove invece che a cento riuscivano a vendere a venti.
Nessun commento:
Posta un commento