UN UOMO E’ INNOCENTE FINO A PROVA CONTRARIA. Una regola che dovrebbe sempre prevalere nelle vicende legali, specie in questo caso.
In base alle ultime notizie riportate sulle pagine del Mattino di Napoli, sembra che il prelato qualianese sia già stato giudicato e condannato, l’opinione pubblica già s’è scagliata contro il Sacerdote giudicandolo colpevole anche senza prove ma solamente basandosi sulla testimonianza di una ragazzina che avrebbe accusato Don Mottola di aver tentato nei suoi confronti atti di violenza sessuale tali da indurre il Vescovo ad avviare una sospensiva clericale nei suoi confronti oltre ad informare il Vaticano delle infamanti accuse.
L’Interdizione dall’esercizio imposta dal Vescovo Spinillo è stato un atto dovuto in attesa di chiarimenti, come pure l’avvio d’indagini da parte della Procura di Napoli Nord, nel frattempo il Sacerdote è stato messo in quarantena in un luogo segreto in attesa delle opportune verifiche scattate in seguito alla denuncia della ragazzina che avrebbe dichiarato che gli atti osceni si sarebbero verificati lo scorso 24 maggio invogliando i genitori a chiedere spiegazioni direttamente dal Vescovo di Aversa.
Sebbene nei giorni seguenti la denuncia, come pubblicato dal Mattino, Don Mottola fu sentito dal Vescovo diocesano per i primi accertamenti inducendolo a trasmettere l’esito direttamente al Vaticano, forse, la decisione vescovile è arrivata in un momento in cui il fenomeno della pedofilia sta assumendo proporzioni di rilievo nel mondo clericale generando sbandamento di fede anche tra i più convinti seguaci della religione Cristiana che hanno appreso tramite un comunicato diramato dalla stessa diocesi l’identità del Sacerdote.
L’intera vicenda porta a comprendere come tutti siamo esposti alle vicissitudini quotidiane che possono distruggere anni di vita operosa, onesta e limpida, basta una semplice denuncia per annientare quanto costruito con anni di duro lavoro appiccicando sulle spalle curve un’etichetta che, pure risultando innocente, richiede anni per scolorire lasciando dubbi e incertezze nella società fino ad allora bendisposta e amica, e che per invidia, per cattiveria o semplice antipatia ha deciso di annientarti con esito positivo, perché quell’accusa infamante, vera o falsa, non si riuscirà a cancellarla del tutto.
In base alle ultime notizie riportate sulle pagine del Mattino di Napoli, sembra che il prelato qualianese sia già stato giudicato e condannato, l’opinione pubblica già s’è scagliata contro il Sacerdote giudicandolo colpevole anche senza prove ma solamente basandosi sulla testimonianza di una ragazzina che avrebbe accusato Don Mottola di aver tentato nei suoi confronti atti di violenza sessuale tali da indurre il Vescovo ad avviare una sospensiva clericale nei suoi confronti oltre ad informare il Vaticano delle infamanti accuse.
L’Interdizione dall’esercizio imposta dal Vescovo Spinillo è stato un atto dovuto in attesa di chiarimenti, come pure l’avvio d’indagini da parte della Procura di Napoli Nord, nel frattempo il Sacerdote è stato messo in quarantena in un luogo segreto in attesa delle opportune verifiche scattate in seguito alla denuncia della ragazzina che avrebbe dichiarato che gli atti osceni si sarebbero verificati lo scorso 24 maggio invogliando i genitori a chiedere spiegazioni direttamente dal Vescovo di Aversa.
Sebbene nei giorni seguenti la denuncia, come pubblicato dal Mattino, Don Mottola fu sentito dal Vescovo diocesano per i primi accertamenti inducendolo a trasmettere l’esito direttamente al Vaticano, forse, la decisione vescovile è arrivata in un momento in cui il fenomeno della pedofilia sta assumendo proporzioni di rilievo nel mondo clericale generando sbandamento di fede anche tra i più convinti seguaci della religione Cristiana che hanno appreso tramite un comunicato diramato dalla stessa diocesi l’identità del Sacerdote.
L’intera vicenda porta a comprendere come tutti siamo esposti alle vicissitudini quotidiane che possono distruggere anni di vita operosa, onesta e limpida, basta una semplice denuncia per annientare quanto costruito con anni di duro lavoro appiccicando sulle spalle curve un’etichetta che, pure risultando innocente, richiede anni per scolorire lasciando dubbi e incertezze nella società fino ad allora bendisposta e amica, e che per invidia, per cattiveria o semplice antipatia ha deciso di annientarti con esito positivo, perché quell’accusa infamante, vera o falsa, non si riuscirà a cancellarla del tutto.