Il Papa segue le orme del suo lontano predecessore pio XI, la Chiesa deve entrare nella grande politica, solo dall’interno si può aiutare i miseri e i diseredati.
Secondo Papa Bergoglio è tempo che la chiesa entri nella politica, quella alta però, l’ha dichiarato durante un convegno sulla criminalità organizzata e la tratta di esseri umani, Bergoglio ha quindi espresso la sua linea per combattere le forme di schiavitù che chiedono l'impegno di tutti, anche della Chiesa che non può più rimanere a guardare ma deve combattere il male sedendo nei banchi della politica alta, da dove sarà possibile proporre a pretendere il cambiamento sociale.
Oltre cento giuristi e magistrati di tutto il mondo, si sono riuniti in Vaticano per trovare una strategia comunque contro la tratta di esseri umani, la criminalità organizzata, la corruzione. Un evento voluto dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, per arginare il male nel mondo, il Papa chiede di lavorare «in comunione» perché si «apra una breccia per un nuovo cammino di giustizia che punti alla promozione della dignità umana».
Non ha lesinato elogi ai magistrati presenti che si battono contro i crimini dell’umanità, ci sono dei delitti, dal traffico di persone a quello di organi, dal lavoro minorile allo sfruttamento della prostituzione, che sono crimini contro l'umanità e tali debbono essere considerati dai leader politici, Francesco ha voluto i giuristi in Vaticano perché diano il loro impegno in un «moto trasversale» per cambiare le cose e per superare quella tendenza che oggi vorrebbe «liquefare» la figura dei giudici.
So che soffrite pressioni, minacce e so che oggi essere procuratori, essere pubblici ministeri, è rischiare la propria vita. E questo mi fa essere riconoscente del coraggio di alcuni di voi, che vogliono andare avanti, rimanendo liberi nell'esercizio delle proprie funzioni giuridiche. Senza questa libertà, il potere giudiziario di una nazione si corrompe e genera corruzione, la giustizia non può e non deve avere gli occhi bendati, o le mani legate.
Secondo Papa Bergoglio è tempo che la chiesa entri nella politica, quella alta però, l’ha dichiarato durante un convegno sulla criminalità organizzata e la tratta di esseri umani, Bergoglio ha quindi espresso la sua linea per combattere le forme di schiavitù che chiedono l'impegno di tutti, anche della Chiesa che non può più rimanere a guardare ma deve combattere il male sedendo nei banchi della politica alta, da dove sarà possibile proporre a pretendere il cambiamento sociale.
Oltre cento giuristi e magistrati di tutto il mondo, si sono riuniti in Vaticano per trovare una strategia comunque contro la tratta di esseri umani, la criminalità organizzata, la corruzione. Un evento voluto dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, per arginare il male nel mondo, il Papa chiede di lavorare «in comunione» perché si «apra una breccia per un nuovo cammino di giustizia che punti alla promozione della dignità umana».
Non ha lesinato elogi ai magistrati presenti che si battono contro i crimini dell’umanità, ci sono dei delitti, dal traffico di persone a quello di organi, dal lavoro minorile allo sfruttamento della prostituzione, che sono crimini contro l'umanità e tali debbono essere considerati dai leader politici, Francesco ha voluto i giuristi in Vaticano perché diano il loro impegno in un «moto trasversale» per cambiare le cose e per superare quella tendenza che oggi vorrebbe «liquefare» la figura dei giudici.
So che soffrite pressioni, minacce e so che oggi essere procuratori, essere pubblici ministeri, è rischiare la propria vita. E questo mi fa essere riconoscente del coraggio di alcuni di voi, che vogliono andare avanti, rimanendo liberi nell'esercizio delle proprie funzioni giuridiche. Senza questa libertà, il potere giudiziario di una nazione si corrompe e genera corruzione, la giustizia non può e non deve avere gli occhi bendati, o le mani legate.
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