giovedì 3 maggio 2018

Esorcismi sesso e abusi, il Papa vuole vederci chiaro e invia gli ispettori ad Aversa.

L’Indagine si svolgerà molto velatamente visto la delicatezza del soggetto, Don Michele Barone dovrà rispondere e dare conto direttamente agli ispettori papali.

Vero o falso esorcista, spetterà agli ispettori del Vaticano accertare se il prelato esercitando il suo potere di avversario del demonio, come professato, abbia o no infranto e calpestato il diritto canonico e quelle che rappresentano le più basilari regole sacerdotali, cioè, umiltà, fede, e castità, dalle denunce ricevute che l’avrebbero inchiodato alle sue responsabilità pare proprio che queste virtù siano state ignorate dal Sacerdote ed è proprio quello che dovranno accertare gli ispettori.

Don Michele, come molti ricorderanno, fu sospeso dal Vescovo delle Diocesi aversana in seguito allo scandalo scoppiato dopo le denunce di alcune fedeli e specialmente dalla denuncia della tredicenne che avrebbe subito dal Sacerdote abusi fisici e psichici inflittigli in nome di esorcismi che avrebbero dovuto liberare la bambina dalla presenza satanica che si sarebbe impossessato della ragazzina indifesa, ora Don Michele si trova in carcere, deve rispondere anche di avere abusato sessualmente di due ventenni.

Il processo civile dovrebbe iniziare a giugno, dovrà difendersi dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, intanto, però, sono scattati gli accertamenti interni alla Chiesa affidati agli «ispettori vaticani», non è escluso che, in questa fase, vi sia una supervisione dalla competente Arcidiocesi di Napoli che è competente da un punto di vista territoriale, come pubblicato pure dal Mattino di Napoli.

Quelle in corso sono verifiche preliminari al processo canonico che sarà celebrato al cospetto del tribunale ecclesiastico. Tribunale che è presente anche ad Aversa, ma è presieduto - al momento - da un sacerdote che è stato anche alla guida del Tempio di Casapesenna, zona di massima influenza di Barone. Non è escluso che la competenza sia avocata a Napoli, o a Roma, per evitare influenze territoriali.

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