Lavoratori extracomunitari pagati a tre euro l’ora con panino e acqua fresca: arrestati i due padroni, padre e figlio per sfruttamento della manod’opera e riduzione in schiavitù.
Li facevano lavorare per 3 euro l'ora e lavoravano anche per 12 ore filate in condizioni disumane, l’unica cosa buona e che non venivano frustati dai padroni, il padre 68enne abituato a essere definito padrone assieme al figlio 35enne coltivatori di tanti prodotti agricoli che spaziavano dalla frutta agli ortaggi procurando lavoro fisso ai poveri schiavi colpevoli solo di essere costretti ad accettare il poco in mancanza di niente, come si legge sulla pagine di ANSA.
Una buona parte di colpa della proliferazione del caporalato va attribuita allo Stato e alle sue politiche agricole che hanno costretto il mercato ad abbassare i prezzi dei prodotti agricoli italiani per favorire l’ingresso di quelli importati dall’estero a basso costo prodotti con concimi e fitofarmaci vietati in Italia perché dannosi alla salute ma vantaggiosi per il loro costo ridotto mentre i produttori italiani sono costretti a sopportare alti costi per combattere i vari insetti che rischiano d’infettare la nostra frutta e verdura.
Inevitabilmente gli alti costi di antiparassitari e concimi necessari alla produzione si cerca di bilanciarli con la riduzione dei costi di produzione della manod’opera occorrente offerta dalla massiccia presenza extracomunitaria che per fattori oggettivi è costretta a subire angherie e soprusi da chi approfitta della situazione nascondendosi dietro il paravento della necessità offertagli dalle leggi e dai regolamenti della nostra politica comunitaria.
Leggi e regolamenti che schiavizzano i produttori agricoli italiani assoggettandoli al volere degli stati importatori maggiormente nordafricani con un’agricoltura in via di sviluppo che esportano nel nostro paese prodotti agricoli poco sicuri imposti sui nostri mercati a prezzi incompetitivi per i nostri produttori facendo scattare la piaga del CAPORALATO, bandito dalle nostre leggi perché immiseriscono l’uomo e impoveriscono l’animo di chi la pratica.
Li facevano lavorare per 3 euro l'ora e lavoravano anche per 12 ore filate in condizioni disumane, l’unica cosa buona e che non venivano frustati dai padroni, il padre 68enne abituato a essere definito padrone assieme al figlio 35enne coltivatori di tanti prodotti agricoli che spaziavano dalla frutta agli ortaggi procurando lavoro fisso ai poveri schiavi colpevoli solo di essere costretti ad accettare il poco in mancanza di niente, come si legge sulla pagine di ANSA.
Una buona parte di colpa della proliferazione del caporalato va attribuita allo Stato e alle sue politiche agricole che hanno costretto il mercato ad abbassare i prezzi dei prodotti agricoli italiani per favorire l’ingresso di quelli importati dall’estero a basso costo prodotti con concimi e fitofarmaci vietati in Italia perché dannosi alla salute ma vantaggiosi per il loro costo ridotto mentre i produttori italiani sono costretti a sopportare alti costi per combattere i vari insetti che rischiano d’infettare la nostra frutta e verdura.
Inevitabilmente gli alti costi di antiparassitari e concimi necessari alla produzione si cerca di bilanciarli con la riduzione dei costi di produzione della manod’opera occorrente offerta dalla massiccia presenza extracomunitaria che per fattori oggettivi è costretta a subire angherie e soprusi da chi approfitta della situazione nascondendosi dietro il paravento della necessità offertagli dalle leggi e dai regolamenti della nostra politica comunitaria.
Leggi e regolamenti che schiavizzano i produttori agricoli italiani assoggettandoli al volere degli stati importatori maggiormente nordafricani con un’agricoltura in via di sviluppo che esportano nel nostro paese prodotti agricoli poco sicuri imposti sui nostri mercati a prezzi incompetitivi per i nostri produttori facendo scattare la piaga del CAPORALATO, bandito dalle nostre leggi perché immiseriscono l’uomo e impoveriscono l’animo di chi la pratica.
Nessun commento:
Posta un commento