Molti comitati scendono in campo in favore del «Ddl Falanga contro l'abusivismo» che prevederebbe i diversi tipi di abusi tenendo molto in conto quelli commessi per necessità.
Il 17 ottobre prossimo la Camera dovrebbe esprimersi positivamente sul disegno di legge Falanga, un passaggio che ormai dovrebbe essere una formalità perché, spiega il senatore primo firmatario del ddl, il testo ha già passato il doppio esame di Camera e Senato ma è ritornato ai voti per una modifica che riguarda soltanto l'anno di stanziamento dei fondi, che nella stesura già vagliata era il 2016 ed è stato quindi aggiornato.
Quello che preoccupa le associazioni contro gli abbattimenti è che l'ordine del giorno possa essere stravolto col solo scopo di ritardare l'approvazione definitiva, allo scopo all'hotel Ramada di Napoli, si sono confrontati i comitati contro gli abbattimenti e diversi sindaci campani.
Tutti a favore del disegno di legge e convinti che un ennesimo slittamento sia deleterio in un settore così delicato, il ddl Falanga è una legge giusta perché distingue le costruzioni di chi ha speculato e quelle pericolose dalle case di chi ha commesso un abuso per necessità e introduce criteri che in un Paese civile sarebbero automatici.
Il disegno si legge interviene sui criteri con cui viene deciso l'ordine degli abbattimenti, facendo una distinzione tra gli edifici commerciali, le abitazioni costruite su aree demaniali, quelle edificate con soldi illeciti e, infine, quelle che, seppur abusive, sono state costruite su terreni di proprietà. Ovvero: tra l'abusivismo speculativo e quello di necessità.
Ed è su questa ultima categoria che si concentra: in un elenco numerato di case da buttare giù, gli abusi di necessità dovranno essere in fondo alla lista e venire abbattuti dopo tutti gli altri, il che potrebbe anche significare mai: è impossibile per i Comuni accollarsi le spese per le demolizioni, teoria espressa e condivisa a larghe linee anche da Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, da sempre contro gli abbattimenti fin dal suo insediamento alla guida della sua città.
Il 17 ottobre prossimo la Camera dovrebbe esprimersi positivamente sul disegno di legge Falanga, un passaggio che ormai dovrebbe essere una formalità perché, spiega il senatore primo firmatario del ddl, il testo ha già passato il doppio esame di Camera e Senato ma è ritornato ai voti per una modifica che riguarda soltanto l'anno di stanziamento dei fondi, che nella stesura già vagliata era il 2016 ed è stato quindi aggiornato.
Quello che preoccupa le associazioni contro gli abbattimenti è che l'ordine del giorno possa essere stravolto col solo scopo di ritardare l'approvazione definitiva, allo scopo all'hotel Ramada di Napoli, si sono confrontati i comitati contro gli abbattimenti e diversi sindaci campani.
Tutti a favore del disegno di legge e convinti che un ennesimo slittamento sia deleterio in un settore così delicato, il ddl Falanga è una legge giusta perché distingue le costruzioni di chi ha speculato e quelle pericolose dalle case di chi ha commesso un abuso per necessità e introduce criteri che in un Paese civile sarebbero automatici.
Il disegno si legge interviene sui criteri con cui viene deciso l'ordine degli abbattimenti, facendo una distinzione tra gli edifici commerciali, le abitazioni costruite su aree demaniali, quelle edificate con soldi illeciti e, infine, quelle che, seppur abusive, sono state costruite su terreni di proprietà. Ovvero: tra l'abusivismo speculativo e quello di necessità.
Ed è su questa ultima categoria che si concentra: in un elenco numerato di case da buttare giù, gli abusi di necessità dovranno essere in fondo alla lista e venire abbattuti dopo tutti gli altri, il che potrebbe anche significare mai: è impossibile per i Comuni accollarsi le spese per le demolizioni, teoria espressa e condivisa a larghe linee anche da Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, da sempre contro gli abbattimenti fin dal suo insediamento alla guida della sua città.
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