giovedì 10 settembre 2020

Qualiano, le zozzerie sembrano proprio non avere limiti.

 
Le campane per il vetro usate come centro di raccolta per tutti i tipi di materiali da smaltire, umido, vetro, carta e plastica, tutti materiali riciclabili.


Non è una novità che questo comportamento incivile viene usato sistematicamente da alcuni cittadini residenti nel nostro Comune, questo modo indecoroso e incivile mette sotto ì riflettori tutta l‘ignoranza e arretratezzadi alcune persone che invece di sfruttare il servizio di raccolta giornaliera dei rifiuti diligentemente eseguita giornaliermente, svolta tra una miriade di difficoltò oggettive, preferisce  abbandonare i propri svariati rifiuti presso le campane destinate alla sola raccolta del vetro da riciclare.

Inverosibilmente, questa gentaglia, pretende con ignorante arroganza, che sia il Comune a rimuovere i saccheti dei rifiuti zozzamente depositati, e pretende che sia il Sindaco a provvedere alle loro malefatte mediante il personale comunale ridotto al lumicino ignorando che la macchina comunale si trova in sottorganico e per questa ragione non è possibile spaziare, per cui alla luce di ciò sarebbe ora che tutti i residenti cominciassero a fare il loro dovere e collaborare con la macchina comunale cosciente delle problematiche di cui è affetta la Partecipata Multiservizi, carenza di organico, problematiche finanziarie, senza contare che forse è proprio chi reclama a non onorare i propri doveri di cittadino pagando i servizi ricevuti.

Ogni onesto cittadino affezionato alla sua città deve sentirsi offeso da questo comportamento e richiamare chi sbaglia, se colto in flagranza di reato deve sgridarlo, fargli capire che ha il dovere morale di richiamare colui o colei che offende la sua città, far loro capire che bisogna cooperare con l’Amministrazione e non additare essa o il Sindaco come unico colpevole delle malefatte personali il quale in passato ha operato delle sanzioni che non sono state onorate perché è presumibile che costoro non pagano nemmeno i tributi mentre pretendono super servizi.

venerdì 14 agosto 2020

Qualiano, una città in ginocchio che stenta a rialzarsi


Le speranze erano state riposte nella politica locale, ma dal nuovo Consiglio Comunale non è emerso niente di buono se non di peggio.

Giovedì 13 agosto è andata in onda una nuova sceneggiata comunale, la rappresentazione si è svolta nell’Aula Consiliare con il solito copione e il solito rimpiattino tra le parti, purtroppo, ancora niente di nuovo a livello popolare, da come si sono espressi gli attori- che fanno parte dell’attuale cast che si sono esibiti nelle varie parti-, non è tato difficile capire che le cose sono peggiorate negli ultimi tempi sia a livello sociale sia a livello politico e commerciale.

Il quadro in generale è poco incoraggiante, a dir poco deprimente, una pianta organica ridotta e senza possibilità d’incrementare i numerosi rimpiazzi avvenuti per ragioni pensionistiche, figure dirigenziali di determinati settori decisi ormai solo a tirare a campare, dove traspare solo la voglia di non mollare del regista che sebbene ammanettato dalla burocrazia stagnante sembra non disdegnare i vari tentativi a smuovere un poco le acque presso i vari enti al fine di dare nuova linfa allo sgangherato commercio cittadino dove un poco di positività si nota solo nel settore agroalimentare.

Quello che risulta difficile capire agli ignoranti spettatori, sono le azioni di guerriglia che si levano dai banchi dell’opposizione che sebbene molto edotti in merito alla disastrosa situazione comunale continuano a sferrare attacchi prepotenti per impossessarsi delle perdute poltrone, ben sapendo di non avere tante possibilità per rimettere la nave battente bandiera qualianese sulla giusta rotta, quale potrebbe essere la vera ragione di tanta ostinazione, amore per la città? Senso di responsabilità? Riscatto degli errori commessi?

Dopo aver vissuto vent’anni di cattiva politica, come si spera di provvedere nel prossimo futuro avendo le frecce spuntate e l’arco con la corda moscia, forse mettendo le loro sostanze finanziarie nelle casse comunali che piangono lacrime di sangue anche per le loro colpe?

Non sarebbe forse più giusto collaborare con gli attuali attori e insegnare loro la giusta strada per non incorrere negli stessi errori commessi da loro in un recente passato dando così un valido e vero contributo alla soluzione delle problematiche che affliggono la nostra società da diverse legislature e forse, si potrebbe rivedere ancora la vivacità dei nostri negozi e della nostra gioventù per le strade cittadine con orgoglio e vero amore per la nostra amata città. Ma questo è un altro film!!! .

venerdì 8 maggio 2020

Presidente Conte, mi sembra una brava persona quindi le do un consiglio: si dimetta!



Caro Presidente Conte, mi duole accodarmi al coro latrante di chi vorrebbe la sua testa, ma sento di doverlo fare: si dimetta! Subito. E non sto scherzando. Dovrebbe prendere tutte le sue belle carte, rassettare le sue stanze a palazzo Chigi, congedarsi dai suoi collaboratori e salire al Colle. E tanti saluti a tutti. Da buona figlia della seconda Repubblica, capirà che non provo nessun tipo di empatia per l’attuale classe politica. Ma Lei, presidente Conte, mi sembra una brava persona. È per questo che glielo dico: si dimetta. 


Le abbiamo consegnato un Paese scassato, rattoppato alla bell’e meglio, rabberciato, claudicante. Un Paese talmente martoriato da decenni di mala politica, lassismo e indifferenza che altre cinque legislature non basterebbero a rimetterlo in piedi e a ridargli una parvenza di dignità.

Abbiamo scoperto all’improvviso che in Italia la burocrazia non funziona. Che la sanità è stata falcidiata da anni di scelte scellerate. Che la sicurezza ha i suoi intoppi, che la giustizia consente scappatoie, che le imprese sono devastate da grattacapi, che la povertà esiste, che la macchina statale è lenta, che l’immigrazione non è il problema principale di questo Paese, che gli slogan sono idee vuote, che troppi amministratori sono incompetenti, che l’informazione non è incolore, che le conquiste tecnologiche sono lontane. Eccetera, eccetera, eccetera.

E pretendiamo che Lei faccia fluire tutto alla perfezione. Che semplicemente cancelli una pagina e ne scriva una nuova, subito. Che riaggiusti in due mesi un Paese che, per azzopparlo, ci hanno messo mezzo secolo. Non ho visto nessun suo predecessore essere bersagliato sistematicamente in questo modo.

La accusano di tutto e del contrario di tutto. Di essere troppo timoroso e troppo decisionista. Di parlare troppo e troppo poco, di essere poco chiaro e troppo specifico, di essere un dittatore e uno zimbello, di essere confuso e di avere le idee troppo chiare. La accusano di aver attentato alla Costituzione, di aver esautorato il Parlamento, messo agli arresti domiciliari 60 milioni di italiani – e di goderci pure – e di avere il ciuffo sempre a posto.

Si presenta in Parlamento e se ne sta seduto per ore, in rispettoso silenzio, ad incassare la mole straordinaria di insulti che piovono sia dai banchi dell’opposizione che di certa maggioranza. Ma perché lo fa? No, sul serio: chi glielo fa fare? Lavorare giorno e notte con una pistola puntata alla testa, consapevole che da ogni sua decisione dipende il futuro di 60 milioni di persone.

Chi glielo fa fare? Dover dribblare avversari che spuntano a caso, giorno dopo giorno. Evitare gli sgambetti di chi dovrebbe darle una mano e invece cerca di pugnalarla alle spalle.
Sopportare l’arroganza di chi non aspetta altro che un passo falso per affondare ancora di più il coltello. Perché non gliela dà vinta? Una firma e basta. Una firma e l’incombenza di trascinare il Paese fuori dalla crisi spetta a loro. A quelli che sanno tutto, che hanno già pronte tutte le soluzioni.

Lasci fare a loro. Riapra tutto. Tutto: cinema, ristoranti, parchi, piscine, palestre, bordelli. Lo faccia davvero il populista, ci liberi dalle nostre prigioni e consegni le chiavi del Paese a chi sa davvero come gestirlo. Si dimetta, presidente. Così potrà tornare a casa, rivedere suo figlio, spaparanzarsi sul divano e dormire 14 ore al giorno.

C’era chi diceva che saremmo usciti da questa crisi come persone migliori. Io penso invece che siamo stati capaci di dare il peggio di noi stessi senza nemmeno aspettare la fine dell’emergenza. Viviamo nell’era del tutto e subito, del click che asseconda in un istante tutti i desideri. Ma la vita reale non è questo e lo abbiamo capito a nostre spese.

Vorrei che Lei si dimettesse, con tutto il cuore. Perché mi sembra una brava persona e le brave persone, in questo Paese, non hanno un futuro roseo davanti.
Ma non credo che voglia farlo e per  questo; La ringrazio dal più profondo del cuore.

 Serena Verrecchi

                        Società  Sal. Pi.    

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sabato 25 aprile 2020

L’Egoismo della grande politica in tempo di Coronavirus.

Enormi sacrifici popolari, ristrettezze economiche e familiari affrontate con enorme dignità, ma quale segnale ha dato la politica per dare conforto al popolo? Nessuno!!!

La pandemia sta costringendo l’intero popolo a un rigore che mai si sarebbe aspettato, costretto ai domiciliari da un nemico invisibile, senza aver commesso ne abusi ne reati, creato dagli eventi? Creato dall’uomo? Sfuggito per incuria o per volontà di qualche dirigente di una parte del mondo che per ragioni economiche e finanziarie vuole prevalere e non potendolo fare a livello bellico ha pensato di sfruttare il sistema batteriologico, sembrerebbe un’ipotesi assurda, ma se così non fosse?

Comunque, dal momento che è scoppiata la Pandemia quasi tutti i governanti hanno emesso proclami, ordinanze e divieti atti al contenimento dell’espandersi dell’epidemia che ha prodotto tantissimi lutti mettendo a nudo le falle presenti nella sanità delle varie politiche mondiali colte impreparate a fronteggiare una situazione tanto malefica e disastrosa che nessuna delle varie potenze europee e mondiali si aspettasse.

Il sistema ha posto sotto i riflettori anche una forma di strafottente egoismo da parte dello Stato italiano e della sua totale dirigenza, infatti, sono stati chiesti enormi sacrifici al popolo che sta tirando la cinghia a tutti i livelli, serrande abbassate, lavoro fermo senza riuscire a intravedere la ripresa, mancanza della produzione del reddito, timori che possa essere difficile anche tenere aperte le cucine per sfamare i figli, mentre nessuno dirigente dello Stato ha avuto il coraggio di annunciare una diminuzione dei costi e dei famosi diritti acquisiti dei parlamentari, senza distinzione di colori, le loro spettanze non si toccano, tutti d’accordo a penalizzare il popolo.

Il popolo italiano sta dando prova di una maturità che nessuno si aspettava, una solidarietà immensa, e sicuramente avrebbe aspettato che anche i famosi padri di famiglia della Nazione avrebbero dato il loro contributo materiale e finanziario, anche se per pochi mesi, invece, niente, anzi, tante promesse non mantenute dovute in parte ai contrasti e alle scelte del Governo nei confronti dell’Eu (condivisibili o meno) ma che hanno raddoppiato il senso di disagio e sfiducia generale delle famiglie nei confronti di chi ci governa.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Ancora oggi, a distanza di mesi si continua a combattere contro il nemico invisibile mentre il popolo degli affamati si sarebbe aspettato che la politica aiutasse i poveri con il dimensionamento dei costi dell’apparato politico in favore del bisogno, si continuano a chiedere sacrifici solo al popolo che vorrebbe produrre per mangiare ma ha le mani legate da fattori contingenti, e allora? Come si deve fare? Si teme che la ripresa rappresenti – tutti allo sbaraglio e si salvi chi può-.

Il popolo è letteralmente in balia della politica, adesso nessun esponente politico si propone per mettersi al timone della nave Italia, sgangherata da anni, depredata nelle sostanze, indebitata fino all’inverosimile per le tante ruberie avvenute in un modo irreversibile, senza possibilità di esprimersi e con la perdita persino della propria dignità, in balia totale di altri aderenti europei aspetta solo che da qualche parte nasca il buon vaccino capace di debellare del tutto la pandemia e voltare pagina e poter dire ancora una volta, “SONO ITALIANO E VOGLIO RISPETTO SIA DAI MIEI GOVERANTI CHE DALL’EUROPA INTERA”.

martedì 17 marzo 2020

In tempo di Coronavirus una maggiore responsabilità e coscienza non guasterebbe.


Mentre, il popolo aspetta un forte segnale dalla politica, parte di questa passa il tempo a fare campagna elettorale.
  
La grande politica dovrebbe dare un segnale forte al popolo, invece, continua a fare lo sganbetto all’avversario politico e a lanciare strali avversi, non è questo il modo di dare coraggio a chi sta soffrendo la reclusione in casa senza aver commesso reati, con bambini che pretendono quello che gli spetterebbe di diritto, il gioco all’ara aperta, la spensieratezza, mentre sono costretti a stare in casa per colpa di un nemico invisibile contro il quale i genitori hanno il dovere di combattere proprio per difenderli.

Come dicevo prima, c’è una parte della politica che invece di fare proposte migliorative cerca di mettere in cattiva luce chi oggi è costretto a decidere per il bene sociale, si accapigliano pur di guadagnare un fittizio punto percentuale nei sondaggi e di strappare qualche gradino politico all’avversario dimenticando che una volta finita la guerra, il popolo tornerà sovrano e padrone della sua volontà capace di discernere il bene dal male, di premiare chi ha dato e punire chi ha cercato di fare sciacallaggio politico al pari di quelli che hanno speculato sul prezzo delle mascherine pur di guadagnare poche monete in più non valutando la necessità del momento e il bisogno popolare.

Il popolo sta vivendo una fase negativa della sua vita, in questa brutta guerra non esistono colori politici migliori o peggiori, esiste solo l’obiettivo della salvezza generale alla quale si dovrebbe concorrere coesi e decisi senza antagonismi politici, capisco anche che la vita porta a sfruttare il momento e gli eventuali errori dell’avversario, se ci sono, ma in questo momento l’avversario da combattere è il coronavirus che sta continuando a mietere vittime non solo tra gli anziani ma anche tra elementi giovani e forti.
Per fortuna la nostra comunità “Grazie a Dio”, finora è stata risparmiata dal dolore virale, dobbiamo dare tutti un contributo sostanziale per far si che il virus pestilenziale si autodistrugga e non colpisca nessuno, anche se questo vuol dire sentirsi prigionieri e condizionati alle direttive di chi si è assunto la responsabilità d’impartire direttive drastiche e drammatiche mirando alla vittoria finale e al momento in cui si potrà gridare tutti insieme “VITTORIA, SIAMO NUOVAMENTE LIBERI”.

martedì 3 marzo 2020

Qualiano, viabilità fai da te, la città priva di ogni controllo civile.


Piazza F. Rosselli, Fontana A. Morgera, foto Vin.Ca

Chi si sveglia prima comanda, tributi non pagati, sosta delle auto nei passi carrai, negozianti che si appropriano dei marciapiedi, un quadro deprimente, ma la soluzione forse c’è. 


Che le casse comunali siano vuote è una cosa risaputa, una notizia che ormai è diventata una predica usuale e non solo da campagna elettorale, passare le responsabilità alla passata amministrazione è diventato normale, sebbene in tanti casi bisogna prenderne atto, ma finora nessuno è stato in grado di cambiare questo stato di cose, la cosa strana è che ancora oggi, consapevole della disastrosa situazione finanziaria delle casse comunali, ci si batte per ritornare al ponte di comando, perché?


Quale immagine si da a chi passa per la nostra città, Piazza Rosselli con una fontana spenta e abbandonata dove l’unica realtà è la sosta selvaggia e incontrollata, una carenza della segnaletica in Piazza Kennedy mai ripristinata seriamente dopo i lavori di restyling subiti, cosa che lega le mani anche a chi dovrebbe vigilare e sanzionare, ma come si può con la mancanza di obblighi e divieti, una situazione paradossale che invoglia i furbetti a trasgredire, dove invece a dettare legge è la società che gestisce i parcheggi a pagamento, una situazione che fa nascere una domanda, a chi fa comodo tutto ciò?.


In tanti danno la colpa ai metropolitani che farebbero il loro comodo assorti e impegnati solo in discussioni sterili e inutili, ma cosa dovrebbero fare se mancano loro le giuste direttive, come potrebbero sanzionare i presunti trasgressori se manca o non è presente la necessaria segnaletica orizzontale e verticale, di tutto ciò chi deve ringraziare la cittadinanza se non la mancata cooperazione tra il capo dell’Amministrazione e la dirigenza metropolitana che per ignoti motivi si respingono a vicenda a discapito popolare.

La realtà odierna è impressionante, una città sporca perché a insudiciarla sono i suoi stessi cittadini che prima sporcano e poi chiedono i netturbini, giovinastri indisciplinati che scorrazzano coi loro motorini sui marciapiedi grazie alla tolleranza o assenza dei metropolitani inermi e vittime allo stesso tempo, per le tante cose che non funzionano forse, il popolo qualianese comincia a rimpiangere le strigliate del Maresciallo Barresi, ormai si è capito che in una realtà disordinata e sregolata, dove i passi carrai sono usati per la sosta privata, solo le regole restrittive possono riportare la società strafottente al rispetto del buon vivere.

Le istituzioni dovrebbero far capire al popolo ribelle, con le buone o le cattive, che non c’è vera libertà senza il rispetto della legge, e se per raggiungere lo scopo fosse necessario anche chiedere aiuto alle forze dell’Ordine che hanno sempre dimostrato di essere disponibili, allora, forse è arrivato il momento di farlo e chiedere aiuto a chi può rappresentare la soluzione, oppure studiare altre possibilità, ma qualcosa va fatto prima che l’anarchia diventi radicale e si sostituisca al diritto civile, alla legge, e al vivere da persone perbene, e chissà, con un piccolo sforzo, in un prossimo futuro la città di Qualiano potrebbe anche ritrovare il suo passato splendore.