venerdì 7 luglio 2017

Caporalato agricolo, a Catania, braccianti pagati 25 euro al giorno, meno 5 euro per dormire.

Un salario giornaliero di 25 euro, dal quale erano decurtati cinque euro per un alloggio in condizioni precarie, e quanto veniva speso per i generi di prima necessità.

Erano queste le condizioni alle quali erano costretti a lavorare dall'alba al tramonto, anche con violenze e minacce, i braccianti romeni, comprese le donne, fatta arrivare in Sicilia proprio per essere sfruttate nei campi agricoli di proprietari caporali e camorristi sotto le mentite spoglie d’imprenditori agricoli i cui beni, del valore di circa 10 milioni di euro, sono stati sequestrati dalla Dia di Catania con l’accusa di sfruttamento della manod’opera e di evasione contributiva.

Ma; manod’opera illegale e sfruttata, evasione fiscale, mancanza della copertura assicurativa delle auto, oltre a tante altre forme di evasioni che si registrano nel nostro paese dovrebbero mettere lo Stato in allarme e cercare di capire perché in Italia si evade, forse la risposta si trova nell’alto tasso di corruzione esistente che ha creato un’altissima tassazione delle istituzioni e un gande disavanzo tra i costi di produzione e il prezzo del prodotto finito.

Il caporalato e l’evasione fiscale non sono mai da approvare ed è necessario combatterli e contrastarli, ma bisogna anche tenere presente un rapporto essenziale, trent’anni addietro, il rapporto tra la tassazione e il prodotto finito era del 34% e il 38%, nei tempi moderni grazie alla corruzione questo rapporto ha toccato il 52% /56% costringendo i produttori a recuperare evadendo, sarebbe il caso che la politica rivedesse il sistema e mettesse delle pezze dove necessario per incentivare la produzione invece di strozzarla con l’alta tassazione.

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