Ieri è toccato ad Acerra, all’arrivo di un pullman con una decina d’immigrati, i residenti hanno opposto una forte resistenza tanto da farli dirottare in altro sito.
La resistenza del popolo italiano nei confronti degli immigrati non è assolutamente da intendere nella forma razzista, ma puramente organizzativa, infatti, è vero che l’art. 10 della nostra Costituzione appoggia e difende l’asilo politico nella forma e nella sostanza di rifugiato politico, ma le migliaia di migranti che continuamente sbarcano sulle nostre coste non sempre sono rifugiati politici, ma molti, o tutti, rappresentano una vergognosa fonte di commercio della carne umana.
Lo scorso venerdì, in una cittadina del trentino, i residenti hanno scoperto che gli appartamenti destinati a ospitare una trentina di migranti, erano perfettamente arredati di tutto il necessario senza trascurare nemmeno le sigarette e i passatempi, cosa che un italiano non sempre si può permettere, presi dalla rabbia, hanno demolito e dato tutto alle fiamme, ipotizzando che se per l’intero arredo sono stati spesi 10, nei libri contabili ne saranno stati riportati 100 a spese degli italiani.
Dare ospitalità e asilo nei termini di legge e delle condizioni umane è sacrosanto, ma dare la possibilità a veri sciacalli di scialacquare sulle condizioni di questa povera gente non è né umano, né tantomeno giusto, anche perché a pagare, è il popolo italiano, tra non molto, alla prima rottura degli equilibri affaristici, si scoprirà che gli scafisti sono sui libri paga dei politici italiani, quei politici che gestiscono appunto l’emergenza umanitaria, e allora per questi, ci vorrebbe ben altro che la galera.
Alle cooperative che partecipano e si aggiudicano i bandi di gara per l’accoglienza dei migranti a una cifra x al giorno pro capite, all’atto dell’assunzione delle risorse umane non chiedono e non sono consegnate le certificazioni attestanti la posizione sociale di queste persone, siano essi esuli o rifugiati politici, tutto fa brodo, tanto il tutto si riassume a un gruzzoletto mensile che lo Stato paga regolarmente con i soldi dei cittadini, di qui nasce la resistenza che si sta espandendo in tutto il territorio italiano, la politica accetta, e il cittadino rifiuta.
La resistenza del popolo italiano nei confronti degli immigrati non è assolutamente da intendere nella forma razzista, ma puramente organizzativa, infatti, è vero che l’art. 10 della nostra Costituzione appoggia e difende l’asilo politico nella forma e nella sostanza di rifugiato politico, ma le migliaia di migranti che continuamente sbarcano sulle nostre coste non sempre sono rifugiati politici, ma molti, o tutti, rappresentano una vergognosa fonte di commercio della carne umana.
Lo scorso venerdì, in una cittadina del trentino, i residenti hanno scoperto che gli appartamenti destinati a ospitare una trentina di migranti, erano perfettamente arredati di tutto il necessario senza trascurare nemmeno le sigarette e i passatempi, cosa che un italiano non sempre si può permettere, presi dalla rabbia, hanno demolito e dato tutto alle fiamme, ipotizzando che se per l’intero arredo sono stati spesi 10, nei libri contabili ne saranno stati riportati 100 a spese degli italiani.
Dare ospitalità e asilo nei termini di legge e delle condizioni umane è sacrosanto, ma dare la possibilità a veri sciacalli di scialacquare sulle condizioni di questa povera gente non è né umano, né tantomeno giusto, anche perché a pagare, è il popolo italiano, tra non molto, alla prima rottura degli equilibri affaristici, si scoprirà che gli scafisti sono sui libri paga dei politici italiani, quei politici che gestiscono appunto l’emergenza umanitaria, e allora per questi, ci vorrebbe ben altro che la galera.
Alle cooperative che partecipano e si aggiudicano i bandi di gara per l’accoglienza dei migranti a una cifra x al giorno pro capite, all’atto dell’assunzione delle risorse umane non chiedono e non sono consegnate le certificazioni attestanti la posizione sociale di queste persone, siano essi esuli o rifugiati politici, tutto fa brodo, tanto il tutto si riassume a un gruzzoletto mensile che lo Stato paga regolarmente con i soldi dei cittadini, di qui nasce la resistenza che si sta espandendo in tutto il territorio italiano, la politica accetta, e il cittadino rifiuta.
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