mercoledì 14 giugno 2017

La Presidente dell’Antimafia Rosy Bindi ritiene che la morte dignitosa ci sia anche in carcere.



Per la Presidente accettare la richiesta dei suoi legali, varrebbe come ammettere la deficienza dello Stato a curare le malattie dei detenuti.

Secondo la Bindi, Riina si troverebbe in una condizione di cure e assistenze forse superiori a quelle che potrebbe godere in stato di libertà o di arresti domiciliari, e quando Dio vorrà chiamarlo al Giudizio Divino, il suo trapasso avverrà nel modo molto più dignitoso di quello riservato alle tante sue vittime, ora la legge e le norme non contemplano un diritto a morire fuori dal carcere.

L’Importante decisione della presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi dopo aver dato luogo alla visita presso l'Ospedale Maggiore di Parma, dove Totò Riina è ricoverato in regime di 41 bis, per accertarsi delle sue condizioni di salute, constatando che il detenuto si trovava seduto su una sedia a rotelle, in buon ordine e con uno sguardo vigile, forse ancora nelle condizioni di emettere ordini pericolosi e destabilizzanti, e quindi, starebbe bene dove si trova.

Anche in considerazione del fatto che la decisione di scarcerarlo la metterebbe in forte contrasto con la pubblica opinione, oltre a creare un precedente per altri detenuti che potrebbero invocare gli stessi benefici.

Nessun commento: