venerdì 3 luglio 2015

Napoli, lo scandalo e la lentezza della Giustizia sembrano accordate con gli imputati.

Molti italiani, ricordano con rabbia, lo scandalo del sangue infetto, sono passati più di trent’anni, gli imputati sono diventati tanto anziani, da non poter subire il processo.

Nella mente di tantissimi italiani è ancora vivo e presente lo scandalo del sangue infetto commercializzato da Duilio Poggiolini con l’appoggio dell’allora ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, la lentezza della Giustizia, che in questo caso non meriterebbe la maiuscola, come fosse dalla parte di questi gaglioffi, ha fatto passare più di trent’anni senza arrivare alla conclusione del processo, tanto da farli raggiungere l’età della prescrizione fisica e di anzianità e di conseguenza l’impunibilità.

In seguito alla morte di numerose persone che contrassero il virus dell’epatite C e dell’Hiv, questi emeriti signori assieme ad altri complici, furono imputati per omicidio plurimo, ma sono passati più di trent’ani ormai senza per questo giungere alla fine del processo che dovrebbe dare un poco di soddisfazione a chi ha subito la perdita dei congiunti proprio a causa accertate delle trasfusioni avvenute con quelle sacche di sangue che non avevano subito i trattamenti propedeutici.

Il sistema della Magistratura sarebbe totalmente da riformare, non è accettabile in uno stato di diritto, vedere lesi i propri diritti umani favorendo i criminali, non sta al semplice cittadino dare o proporre indirizzi necessari per il cambiamento, è compito del Csm e del Presidente dello Stato  promuovere le giuste iniziative affinché non siano ancora calpestati i diritti dei suoi cittadini, le associazione dei parenti delle vittime sono sul piede di guerra, i loro avvocati gridano all' scandalo.

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