Annullati
i concerti dei due artisti partenopei, Nino D’Angelo e Rocco Hunt, non serve spettacolarizzazione,
ma serve più preghiera.
Una cosa è sicura, qualunque sia la sua decisione per il futuro, ormai nella Chiesa è nato un movimento inarrestabile, e se anche questo grandissimo dovesse cedere all’evidenza e si volesse restaurare i vecchi sistemi per gestire la Chiesa di tutti, il popolo non sarebbe più disposto ad accettarla dopo aver visto la figura di Francesco tra i poveri, donare loro un pizzico di serenità, scendere al loro stesso livello con i fatti e con lo spirito facendo conoscere a tutti come dovrebbe essere la vera Chiesa di Pietro
Doccia fredda alla Curia di Napoli, la sede
cardinalizia è stata costretta ad annullare le manifestazioni canore chieste mesi
fa ai due artisti napoletani per fortificare la prossima visita del Santo Padre,
la cosa non è stata gradita in Vaticano ed ecco scattato il richiamo curiale,
la visita di Bergoglio è prettamente
pastorale e non propagandistica, secondo Roma, al momento serve più preghiera
che show.
Nei giorni scorsi, l’inattesa affermazione di Papa
Francesco in merito alla brevità della sua guida pastorale alla testa della
nuova Chiesa, ha suscitato un’inquietudine generale nei cuori di chi ha
imparato a conoscerlo, di chi si grazie alla sua possente figura si è riavvicinato
ancora di più intorno alla rinnovata Chiesa, generando incredulità e sospetti
nei cuori della comunità mondiale che tanto sta imparando ad amarlo.
Il
mio pontificato sarà breve: cosa avrà voluto intendere
Francesco asserendo ciò.
Forse,
si sarà reso conto che la sua opera di rottamazione, della passata gestione
della casa di Pietro nel mondo, ha innescato una guerra silenziosa che inizia a
fare troppo rumore anche tacendo.
Forse,
l’avversità porporata ha fatto quadrato e si sta organizzando per riportare il
potere nelle mani della vecchia oligarchia ecclesiastica rimettendo le mani sullo
Ior che rappresenta il massimo potere del Vaticano nel mondo.
Forse,
perché l’apparato cardinalizio non si sente pronto ad abbracciare la carità e
la povertà al posto del potere finanziario e della supremazia esercitata che, in
molti casi, si è resa discutibile e distante dalle necessità delle quali hanno
veramente bisogno i popoli di Dio nel mondo.
Forse,
si è reso conto dell’enormità del rinnovamento che non è alla portata di un
solo uomo trovando e provando in prima persona, l’ostilità e l’avversità di un
sistema consolidato che ha gestito il potere assoluto sul popolo dei credenti
contro il quale il suo predecessore ha preferito non tentare nemmeno abdicando,
il Conclave l’ha eletto sperando che l’umiltà e la modestia potessero prevalere
sulla corruzione e la perfidia che purtroppo alberga anche nella casa di Dio.
Una cosa è sicura, qualunque sia la sua decisione per il futuro, ormai nella Chiesa è nato un movimento inarrestabile, e se anche questo grandissimo dovesse cedere all’evidenza e si volesse restaurare i vecchi sistemi per gestire la Chiesa di tutti, il popolo non sarebbe più disposto ad accettarla dopo aver visto la figura di Francesco tra i poveri, donare loro un pizzico di serenità, scendere al loro stesso livello con i fatti e con lo spirito facendo conoscere a tutti come dovrebbe essere la vera Chiesa di Pietro
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