sabato 14 marzo 2015

Il Vaticano richiama Sepe: per la visita del Papa, meno spettacolo e più preghiere.

Annullati i concerti dei due artisti partenopei, Nino D’Angelo e Rocco Hunt, non serve spettacolarizzazione, ma serve più preghiera.

Doccia fredda alla Curia di Napoli, la sede cardinalizia è stata costretta ad annullare le manifestazioni canore chieste mesi fa ai due artisti napoletani per fortificare la prossima visita del Santo Padre, la cosa non è stata gradita in Vaticano ed ecco scattato il richiamo curiale, la visita di Bergoglio è prettamente pastorale e non propagandistica, secondo Roma, al momento serve più preghiera che show.

Nei giorni scorsi, l’inattesa affermazione di Papa Francesco in merito alla brevità della sua guida pastorale alla testa della nuova Chiesa, ha suscitato un’inquietudine generale nei cuori di chi ha imparato a conoscerlo, di chi si grazie alla sua possente figura si è riavvicinato ancora di più intorno alla rinnovata Chiesa, generando incredulità e sospetti nei cuori della comunità mondiale che tanto sta imparando ad amarlo.

Il mio pontificato sarà breve: cosa avrà voluto intendere Francesco asserendo ciò.
Forse, si sarà reso conto che la sua opera di rottamazione, della passata gestione della casa di Pietro nel mondo, ha innescato una guerra silenziosa che inizia a fare troppo rumore anche tacendo.

Forse, l’avversità porporata ha fatto quadrato e si sta organizzando per riportare il potere nelle mani della vecchia oligarchia ecclesiastica rimettendo le mani sullo Ior che rappresenta il massimo potere del Vaticano nel mondo.

Forse, perché l’apparato cardinalizio non si sente pronto ad abbracciare la carità e la povertà al posto del potere finanziario e della supremazia esercitata che, in molti casi, si è resa discutibile e distante dalle necessità delle quali hanno veramente bisogno i popoli di Dio nel mondo.

Forse, si è reso conto dell’enormità del rinnovamento che non è alla portata di un solo uomo trovando e provando in prima persona, l’ostilità e l’avversità di un sistema consolidato che ha gestito il potere assoluto sul popolo dei credenti contro il quale il suo predecessore ha preferito non tentare nemmeno abdicando, il Conclave l’ha eletto sperando che l’umiltà e la modestia potessero prevalere sulla corruzione e la perfidia che purtroppo alberga anche nella casa di Dio.

Una cosa è sicura, qualunque sia la sua decisione per il futuro, ormai nella Chiesa è nato un movimento inarrestabile, e se anche questo grandissimo dovesse cedere all’evidenza e si volesse restaurare i vecchi sistemi per gestire la Chiesa di tutti, il popolo non sarebbe più disposto ad accettarla dopo aver visto la figura di Francesco tra i poveri, donare loro un pizzico di serenità, scendere al loro stesso livello con i fatti e con lo spirito facendo conoscere a tutti come dovrebbe essere la vera Chiesa di Pietro

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