Il Governo Renzi starebbe avviando la riforma dell’ANM, con essa, la giustizia perderebbe buona parte della sua autonomia.
Fino ad oggi la Magistratura ha sempre operato in piena autonomia sia nel sistema civile, sia in quello penale, dove maggiormente è necessaria la libertà di coscienza nell’applicare la Legge, la serenità nel giudicare è fondamentale per l’intera magistratura, esprimere un giudizio che può determinare la vita o la distruzione di un cittadino è un atto di grande responsabilità, e nel porlo in atto, non sempre basta applicare l’articolo di legge ma anche e soprattutto agire con discrezionalità e coscienza, e per farlo e necessario essere sereni.
Quanti mafiosi, camorristi, ladri, delinquenti comuni e appartenenti alla categoria di persone che dopo l’arresto bisognerebbe sparare la chiave della cella nel mare con un cannone, invece assistiamo inermi alla loro scarcerazione per decadenza della custodia cautelate, magari perché il giudice incaricato non ha scritto le motivazioni, oppure non ha completato gli atti che ne determinavano la detenzione, questi sono atti che in qualche caso possono anche rasentare la concussione.
Sarebbe il caso che determinati errori professionali commessi per negligenza o colpe durante lo svolgimento della professione siano risarciti, come quando a sbagliare è un chirurgo che per colpe riconosciute è chiamato a risarcire il danno provocato, al pari del chirurgo, anche un magistrato deve essere chiamato a risarcire la perduta libertà di un cittadino quando ciò si si è verificato per gravi negligenze o sfruttando la troppa autonomia e impunibilità che porrebbe un giudice al di sopra di tutto e di tutti.
Fino ad oggi la Magistratura ha sempre operato in piena autonomia sia nel sistema civile, sia in quello penale, dove maggiormente è necessaria la libertà di coscienza nell’applicare la Legge, la serenità nel giudicare è fondamentale per l’intera magistratura, esprimere un giudizio che può determinare la vita o la distruzione di un cittadino è un atto di grande responsabilità, e nel porlo in atto, non sempre basta applicare l’articolo di legge ma anche e soprattutto agire con discrezionalità e coscienza, e per farlo e necessario essere sereni.
Quanti mafiosi, camorristi, ladri, delinquenti comuni e appartenenti alla categoria di persone che dopo l’arresto bisognerebbe sparare la chiave della cella nel mare con un cannone, invece assistiamo inermi alla loro scarcerazione per decadenza della custodia cautelate, magari perché il giudice incaricato non ha scritto le motivazioni, oppure non ha completato gli atti che ne determinavano la detenzione, questi sono atti che in qualche caso possono anche rasentare la concussione.
Sarebbe il caso che determinati errori professionali commessi per negligenza o colpe durante lo svolgimento della professione siano risarciti, come quando a sbagliare è un chirurgo che per colpe riconosciute è chiamato a risarcire il danno provocato, al pari del chirurgo, anche un magistrato deve essere chiamato a risarcire la perduta libertà di un cittadino quando ciò si si è verificato per gravi negligenze o sfruttando la troppa autonomia e impunibilità che porrebbe un giudice al di sopra di tutto e di tutti.
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