venerdì 5 dicembre 2014

Processo Poggiolini, vent’anni dopo arriva il rinvio a giudizio.

Sacca di sangue per trasfusioni.  Foto: Wikipedia.
Dovranno passare altri quarant’anni per i morti in seguito alle trasfusioni per avere giustizia o per essere del tutto beffati.

Tanti ancora, ricorderanno la vicenda del sangue infetto nel lontano 1994 che irritò l’Italia intera, tanti morti in seguito alle trasfusioni con sangue infetto commercializzato con l’approvazione del diretto responsabile del SSN Duilio Poggiolini e dell’allora ministro della Sanità finito sotto inchiesta per aver avvalorato le commercializzazione e l’uso del sangue per trasfusioni senza aver subito i necessari e obbligatori controlli, come riportato dal quotidiano” Il Mattino di Napoli”.

Ci son voluti venti lunghi anni solo per rinviare a giudizio chi forse volutamente, o ignorantemente, ha causato la morte di tante persone, venti anni passati tra il palleggiamento e le ostruzioni legali che avvocati ben pagati e forse anche corruttori sono riusciti a palleggiare con le leggi e con chi gestisce i tribunali grazie a un sistema legale che permette ai potenti di sgusciare tra le sbarre per restare fuori e fare da spettatore agli eventi, magari tra altri vent’anni saranno incriminati gli infermieri che praticarono le trasfusioni.

Ma è proprio così che deve andare avanti il nostro paese?, scagionare o incriminare un personaggio come Duilio Poggiolini non rientra nelle possibilità popolari, ma il popolo si chiede come si può in uno Stato libero calpestare e offendere tanto la vera libertà, sembra che sia stata fatta molta confusione in merito, si è confusa la libertà con libertinaggio dove ogn’uno può fare ciò che vuole incurante delle leggi e sicuro di poterla fare franca grazie al denaro trafugato.

Come al solito a farne le spese è sempre la vittima e non il carnefice, ripeto, tra altri vent’anni saranno condannati gli infermieri mentre Poggiolini e la moglie continueranno a godersi quei dieci miliardi trovati nel cassetto della signora Poggiolini e che la stessa, dichiarò essere i suoi risparmi, molti ricorderanno questa grande offesa che la signora fece a tutte le brave mogli italiane suscitando lo stesso sdegno e scalpore di adesso.

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