Il grande store Leroy Merlin ubicato nell’area commerciale di località Marchesa, ad Afragola, dal 4 gennaio prossimo non aprirà più.
Ha resistito poco più di due anni il mega store di Afragola, fissata al 4 gennaio la data di chiusura, venerdì sera, le cento unità produttive hanno ricevuto la comunicazione a casa, per salvare il posto di lavoro dovranno accettare il trasferimento nel nuovo impianto di Torre Annunziata la cui apertura è prevista appunto dopo la chiusura di Afragola.
Si chiama, travaso di mano d’opera la manovra che si prepara per le unità produttive impiegate ad Afragola, molti dei dipendenti con il cappio alla gola saranno costretti ad accettare con un aumento considerevole dei costi per raggiungere il nuovo posto di lavoro, ma questo costituirà un problema insormontabile per i circa trenta addetti attualmente part ime di Afragola, con gli attuali stipendi esigui per continuare a lavorare dovranno accettare una trasferta quotidiana molto onerosa, dovuta appunto al costo per raggiungere Torre Annunziata.
La chiusura dell’impianto di Afragola e l’apertura del nuovo store di Torre Annunziata portano a capire che non sia tanto problema legato all’attuale crisi nazionale, ma bensì, a una crisi settoriale legata più a uno stile di popolo indigeno che a una crisi della produzione e vendita dell’enorme catena di prodotti trattati, lo dimostrerebbe il fatto che l’area Le Porte di Napoli si starebbe avviando alla desertificazione commerciale e che nella stessa area già altri store hanno ridotto o chiuso del tutto, ciò porta più a una crisi di zona che alla crisi generale, sarebbe un’altra disgrazia aggiunta alla grande crisi se così non fosse.
Ha resistito poco più di due anni il mega store di Afragola, fissata al 4 gennaio la data di chiusura, venerdì sera, le cento unità produttive hanno ricevuto la comunicazione a casa, per salvare il posto di lavoro dovranno accettare il trasferimento nel nuovo impianto di Torre Annunziata la cui apertura è prevista appunto dopo la chiusura di Afragola.
Si chiama, travaso di mano d’opera la manovra che si prepara per le unità produttive impiegate ad Afragola, molti dei dipendenti con il cappio alla gola saranno costretti ad accettare con un aumento considerevole dei costi per raggiungere il nuovo posto di lavoro, ma questo costituirà un problema insormontabile per i circa trenta addetti attualmente part ime di Afragola, con gli attuali stipendi esigui per continuare a lavorare dovranno accettare una trasferta quotidiana molto onerosa, dovuta appunto al costo per raggiungere Torre Annunziata.
La chiusura dell’impianto di Afragola e l’apertura del nuovo store di Torre Annunziata portano a capire che non sia tanto problema legato all’attuale crisi nazionale, ma bensì, a una crisi settoriale legata più a uno stile di popolo indigeno che a una crisi della produzione e vendita dell’enorme catena di prodotti trattati, lo dimostrerebbe il fatto che l’area Le Porte di Napoli si starebbe avviando alla desertificazione commerciale e che nella stessa area già altri store hanno ridotto o chiuso del tutto, ciò porta più a una crisi di zona che alla crisi generale, sarebbe un’altra disgrazia aggiunta alla grande crisi se così non fosse.
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