Classico campo Rom. |
L’operazione di contrasto all’illegalità portata a termine dalla Polizia Municipale di Qualiano, eseguita nei giorni scorsi e diretta dal comandante Angelo D'Onofrio, ha evitato che fosse compiuto l’ennesimo rogo tossico che appesta la nostra città messo in atto allo scopo di cancellare le tracce dei furti delle numerose auto rubate da alcuni Rom, purtroppo, per una serie di circostanze nostri vicini di casa, e con i quali siamo costretti a convivere nel bene e nel male.
Doverosamente e responsabilmente l’Amministrazione di concerto con la P. M., non potendo fare altro, ha fatto immediatamente rimuovere le carcasse delle auto rubate completando con l’azione in essere, anche la pulizia dell’area, è facilmente ipotizzabile che la ricerca dei responsabili non porterà alla conclusione sperata in un contesto che sfrutta l’illegalità sotto ogni forma possibile e immaginabile, dallo sfruttamento dei minori educati alla delinquenza e all’accattonaggio.
Già in passato, per questi fenomeni delinquenziali è stato chiesto l’intervento energico da parte della Procura della Repubblica con l’eventuale emanazione di norme e leggi che avessero obbligato il popolo Rom all’integrazione costringendolo a entrare nella legalità, ad accettare l’istruzione scolastica come fonte di rispetto sociale e della propria persona, la battaglia, era, ed è molto dura, convincere i Rom a cambiare abitudini e stile di vita in un momento difficile quasi per tutti, è quasi impossibile.
Questo popolo negli anni ha abbandonato l’arte della forgia e del martello che per secoli hanno rappresentato la loro fonte di vita semi onesta, con questi pochi attrezzi e il loro estro, riuscivano a costruire alcuni attrezzi per la casa e la campagna ancora oggi reperibili a distanza di quarant’anni per dedicarsi all’accattonaggio e alle ruberie in tutti i campi, attività molto più redditizie estromettendosi dalla vita sociale e alimentando il divario culturale tra le due etnie.
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