Scoperta l’appaltopoli italiana, la miniera d’oro Consip, per tre decenni ha distribuito affari e finanze nel mondo della corruzione, lo Stato non poteva non sapere.
Imprenditori, faccendieri, affaristi, politici, banchieri, sarebbero queste le figure implicate nello scandalo che stanno uscendo fuori dal vaso di Pandora, un odore nauseante di corruzione sta investendo la penisola italiana, più forte della tangentopoli perché nel tempo il malaffare si è organizzato e legalizzato, anche se la matrice pare la stessa che circa trent’anni fa ha dato lavoro alla Magistratura, adesso le collusioni hanno assunto l’aspetto della legalità, più difficili da individuare.
Allo scopo, la Guardia di Finanza Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare, persone che in alcuni casi sarebbero legati a filo doppio al clan Zagaria, fazione dei Casalesi, secondo le notizie riportate dalle testate locali si evincerebbe che a gestire l’appaltopoli fossero i politici regionali, comunali e anche membri della grande politica tra i quali si troverebbe il burattinaio.
I reati contestati a vario titolo sono di corruzione, turbativa d'asta e concorso esterno in associazione mafiosa, l'indagine è condotta da un pool di cinque pm della Dda (Maresca, Giordano, Landolfi, Sanseverino, e D'Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli, questo pool di magistrati lascia intendere che ci saranno sviluppi maggiori nell’inchiesta.
Il guaio è grosso, nell'operazione del Nucleo di Polizia Tributaria della GdF, sarebbero coinvolti amministratori locali, funzionari pubblici, professori universitari, commercialisti, ingegneri e faccendieri, i quali sono accusati, come detto pocanzi, a vario titolo spazianti dalla corruzione ed altre gravi irregolarità alle gare di appalto pubblico pilotate e realizzate in varie province campane, talvolta anche al fine di agevolare organizzazioni criminali di tipo camorristico.
Il timore delle persone oneste, vista la potenza politica gestrice della corruzione, è quella che anche quest’inchiesta possa finire con il classico “Tutti colpevoli, nessun colpevole” dove a pagare sarà il classico caprio espiatorio, la vittima designata che ha rosicchiato le ossa mentre i signori truffatori banchettavano lautamente, cane non mangia cane, è la legge della vita, i signori truffatori tenteranno di coprirsi a vicenda e la politica corrotta coprirà a sua volta i truffatori che contano, per proteggere il sistema della truffa autorizzata, sarà compito della Giustizia metterli con le spalle al muro.
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