Secondo l’ordinanza, un terzo della città dovrebbe essere demolita per abusivismo, millecinquecento edifici ora rischiano l’abbattimento.
Il sindaco anticamorra non ci sta a vedere abbattere 1500 abitazione anche se abusivamente costruite negli anni in cui lo Stato era assente e la città casertana andava avanti con l’egemonia della camorra, erano gli anni del dominio incontrastato della grande camorra che dirigeva la vita sociale della città, lo Stato questo lo sapeva bene, e cosa ha fatto per riportare l’ordine e la legalità in una zona fortemente controllata dai camorristi che tenevano le redini del Comune nelle dita e conducevano la società dove ritenevano dovesse andare, dov’era lo Stato allora.
Adesso lo Stato chiama in causa l’attuale sindaco di Casal di Principe ”Renato Natale” che secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere e la Corte d’Appello di Napoli che hanno emesso 145 + i 1400 decreti, che saranno notificati a giorni, dovrebbe vigilare sulle sentenze emesse e assistere impotente alla disgregazione della sua città sorta e costruita con a complicità di quello Stato che è rimasto a guardare il dominio delle gang camorristiche per paura di affrontarli.
Intanto chi si trova con la spada di Damocle sul collo si sente offeso e beffato vedendo le proprietà dei camorristi che essendo state confiscate sfruttando il cambio di destinazione d’uso non sono integrate nell’ordine di demolizione, il danno e a beffa allo stesso tempo, migliaia di famiglie rischiano di non avere più un tetto per ripararsi, è questo il rammarico del sindaco casalese che come un buon padre di famiglia, è stato chiamato a far rispettare l’ordinanza della Procura.
Il sindaco casalese che ha fatto dell’anticamorra la sua bandiera, si dichiara disposto ad abbandonare la carica e dimettersi per solidarietà con i suoi cittadini Renato Natale, il sindaco casalese ora rischia un avviso di garanzia per omissione di atti d’ufficio, deve dar seguito all’ordine della procura, ma lui non ci sta, «Non stiamo difendendo l’illegalità dei singoli ma l’interesse della collettività». «Quando la prima casa andrà giù, io mi dimetterò, ripete Natale, per legge stiamo acquisendo al patrimonio le costruzioni confiscate alla camorra, ormai condonate, non più abusive grazie al cambio di destinazione d’uso».
Il sindaco anticamorra non ci sta a vedere abbattere 1500 abitazione anche se abusivamente costruite negli anni in cui lo Stato era assente e la città casertana andava avanti con l’egemonia della camorra, erano gli anni del dominio incontrastato della grande camorra che dirigeva la vita sociale della città, lo Stato questo lo sapeva bene, e cosa ha fatto per riportare l’ordine e la legalità in una zona fortemente controllata dai camorristi che tenevano le redini del Comune nelle dita e conducevano la società dove ritenevano dovesse andare, dov’era lo Stato allora.
Adesso lo Stato chiama in causa l’attuale sindaco di Casal di Principe ”Renato Natale” che secondo la procura di Santa Maria Capua Vetere e la Corte d’Appello di Napoli che hanno emesso 145 + i 1400 decreti, che saranno notificati a giorni, dovrebbe vigilare sulle sentenze emesse e assistere impotente alla disgregazione della sua città sorta e costruita con a complicità di quello Stato che è rimasto a guardare il dominio delle gang camorristiche per paura di affrontarli.
Intanto chi si trova con la spada di Damocle sul collo si sente offeso e beffato vedendo le proprietà dei camorristi che essendo state confiscate sfruttando il cambio di destinazione d’uso non sono integrate nell’ordine di demolizione, il danno e a beffa allo stesso tempo, migliaia di famiglie rischiano di non avere più un tetto per ripararsi, è questo il rammarico del sindaco casalese che come un buon padre di famiglia, è stato chiamato a far rispettare l’ordinanza della Procura.
Il sindaco casalese che ha fatto dell’anticamorra la sua bandiera, si dichiara disposto ad abbandonare la carica e dimettersi per solidarietà con i suoi cittadini Renato Natale, il sindaco casalese ora rischia un avviso di garanzia per omissione di atti d’ufficio, deve dar seguito all’ordine della procura, ma lui non ci sta, «Non stiamo difendendo l’illegalità dei singoli ma l’interesse della collettività». «Quando la prima casa andrà giù, io mi dimetterò, ripete Natale, per legge stiamo acquisendo al patrimonio le costruzioni confiscate alla camorra, ormai condonate, non più abusive grazie al cambio di destinazione d’uso».
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