mercoledì 27 luglio 2016

QUALIANO VINCE IL RICORSO CONTRO UN CONTRIBUENTE “FURBETTO”

Con una serie di escamotage un imprenditore locale per anni ha fatto ricorso e non ha pagato la tassa sui rifiuti pari a circa 10mila euro all’anno.

 Il giudice è entrato nel merito e lo ha anche condannato a pagare le spese legali. Il sindaco De Luca: “facciamo solo il nostro dovere di amministratori, non esistono protettorati”

“Agli atti non risulta la documentazione della ricorrente società di richiesta della riduzione della tassa per la quantità dei rifiuti speciali prodotti come stabilito dal Regolamento comunale, mentre l’Ente, ha provveduto alla quantificazione del quantum sulla base della domanda autorizzazione amministrativa presentata dalla società al Comune nel Settembre del 2002”.

E’ uno stralcio della sentenza emessa dalla sezione 28 della Commissione Tributaria di Napoli che rigetta il ricorso presentato da un imprenditore di Qualiano, con un’attività che si estende su una superfice di 650 metri quadrati.

La società Seven Store srl, riconducibile alla suddetta attività, dal 2002 ha “approfittato” di alcuni escamotage per non pagare la tassa sui rifiuti affermando essenzialmente che i rifiuti prodotti dalla propria attività commerciale erano catalogati nella categoria “speciali” e che avendo un contratto con una ditta addetta al prelievo di questo tipo di rifiuti, non doveva pagare la tassa di smaltimento al Comune.  

“Diciamo che l’era dei “furbetti” è finita. Questa Amministrazione fa solo il proprio dovere: non esistono protettorati, i cittadini e gli imprenditori sono contribuenti e non vi debbono essere pesi e misure diverse. Non è corretto che le famiglie paghino la TARI e le grandi attività commerciali invece no.   

Come ci ha riconosciuto la sentenza: “l’operato del Comune è legittimo, perché chiunque possiede o detenga aree suscettibili di produrre rifiuti” è tenuto a pagare il tributo relativo. Abbiamo finalmente stabilito un principio, che verrà applicato a tutti gli evasori”.

Il sindaco Ludovico De Luca, plaude al giudice, che è entrato nel merito del ricorso presentato dall’imprenditore che non ha prodotto la documentazione necessaria ad avvalorare le sue affermazioni, né ha quantizzato la quantità di rifiuti speciali prodotti. Va anche detto che nel tempo le udienze di ricorso non vedevano la presenza di alcun legale a difendere gli interessi del Comune.

Ora si volta pagina: l’imprenditore è stato condannato anche a pagare le spese legali oltre alla TARI dovuta per l’anno 2015 pari a 8.906,42 euro. E come di dice: “cosa fatta, capo ha!”

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