sabato 30 luglio 2016

Caserta, la vicenda Cosentino continua a produrre sorprese.

La magistratura scopre la pista sui dossier segreti, intrecci, ricatti, concussioni, e soprattutto la politica, formano la struttura portante del terzo stato.

Indagando sul personaggio che due giorni fa è finito nella rete della giustizia, Giuseppe Iannini, il maresciallo dei carabinieri collegato all’inchiesta Nicola Cosentino e finito due giorni fa agli arresti domiciliari, a suo carico è stata trovata una dettagliata trama politico mafiosa che descrive ampiamente reati aggravati dall'aver agevolato clan della camorra, detti reati sarebbero stati commessi e consumati nel preciso intento di ricattare Luigi Cesaro, come si legge sul Mattino di oggi.

Dagli interrogatori eseguiti da gip e pm, Nicola Cosentino avrebbe confermato di aver ricevuto una pen drive dal maresciallo Iannini, nella quale erano presenti atti legati a un'inchiesta a carico di Luigi Cesaro che sarebbe stato legato a un clan camorristico, Iannini avrebbe anche ammesso di aver consegnato la pen drive a Nicola Cosentino e di avergli regalato un’informativa top secret, riguardante le intercettazioni investigative condotte dal pm Gloria Sanseverino, che avrebbero potuto favorirlo nella delicata partita politica che si stava giocando nel centrodestra tra il 2013 e il 2014.

Un’ispezione a casa di Iannini eseguita dai Carabinieri, sarebbero stati rinvenuti altri documenti giudiziari riguardanti appalti pubblici nel mondo della sanità e interessi imprenditoriali ancora una volta riconducibili alla famiglia di Luigi Cesaro, manovre politiche che sarebbero servite a destabilizzare Cesaro e rafforzare la concorrenza politica riconducibile a Nicola Cosentino.

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