venerdì 20 maggio 2016

Abusi di necessità, starebbero scrivendo una legge regionale per sanarli.

Una legge regionale per sanare gli abusi di necessità, quelli che differiscono dalla speculazione edilizia che negli anni a ferito il territorio italiano.

Sarebbero circa ottantamila gli immobili in attesa della decisione che potrebbe tra non molto scaturire dalla Regione Campania, ottantamila abitazioni tra le quali circa la metà sarebbero di necessità, ossia costruiti mediante sacrifici, per diventare la residenza primaria dei propri figli allo scopo di agevolare e invogliare i giovani a mettere su famiglia senza il gravoso onere delle spese di fitto mensile, certo la nuova legge dovrà tenere conto anche delle scappatoie che s’inventeranno gli speculatori e costruttori senza scrupoli.

Il Governatore campano già in campagna elettorale aveva espresso la sua ipotesi riguardo a un’eventuale norma regionale che evitasse le demolizioni che oltre a essere ostacolate dai proprietari costituiscono anche un problema finanziario per i comuni, se questi volessero procedere in danno ai proprietari, dovrebbero anticipare i costi di demolizione e smaltimento dei materiali di risulta, cosa evitabile con una norma stilata come un vestito su misura.

La nuova norma facilmente si potrebbe avvalere delle vecchie regole dell’acquisizione dell’immobile nei registri immobiliari del comune dove è stato costruito, facendo diventare i proprietari degli semplici inquilini, questo però vanificherebbe i sacrifici fatti ,molti proprietari si sono anche indebitati per raggiungere lo scopo benefico in favore dei figli, e allora la norma potrebbe prevedere una sorta di condono vincolato, un patto tra comune, genitori e figli a tempo determinato.

Del resto, De Luca ha più volte espresso le sue intenzioni in merito a una soluzione semi pacifica, «Anche senza la legge nazionale, che avrebbe dovuto dare un ordine di priorità agli abbattimenti, noi andremo avanti per affrontare il problema in Campania» ha ribadito, a caldo, l’ex sindaco di Salerno al termine del dibattito a Montecitorio, affermando che quello che tempo fa era un problema, nel frattempo è diventato una bomba ambientale.

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