sabato 11 luglio 2015

Napoli, la nuova camorrina decide un’altra esecuzione forse per qualche sgarretto.

Le istituzioni sembrano aver preso sotto gamba questo nuovo modo di imporre il pizzo o la nuova presenza sul territorio di un’altra entità ancora più criminale.

Quello che si temeva sta accadendo, giovani emergenti che si ammazzano tra di loro per prevalere in un mercato del terrore che si fa sempre più spietato, stavolta a lasciarci la vita è stato un giovane di 27 anni, Emanuele Esposito, piccolo pregiudicato con precedenti per contrabbando di sigarette e rapina, un nome e un uomo che per la malavita non doveva significare né contrasto, né timore, eppure è stato ammazzato con sei colpi di pistola calibro nove, tutti indirizzati alla figura.

È tutta la zona compresa tra Piazza Bellini e Via tribunali a essere diventata la scenografia di film di estrema violenza, dove la vita ha perso valore in nome di una prevalenza che nel maggiore dei casi non porta a casa i frutti che gli stessi attori di questo grottesco film hanno preventivato, forse hanno fatto male i conti dell’impatto che avrà la loro presenza verso i clan che nel tempo hanno imposto la loro nefasta presenza nel territorio magari con un’organizzazione più incisiva e meno violenta, che non ha tentato di bruciare le tappe con il rischio di bruciarsi le ali, come stanno facendo loro.

 

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