sabato 20 giugno 2015

Napoli, picchiati dottoressa e infermieri del 118 perché l’intervento giudicato in ritardo.

Al loro arrivo i sanitari hanno costatato la morte per infarto dell’uomo, la sosta selvaggia ha ritardato l’opera dei soccorritori, i parenti insorgono.
Il luogo da raggiungere per l’ambulanza era via Tarsia, nel cuore di Napoli, all'arrivo dell'ambulanza l'equipaggio del 118 ha trovato una folla di parenti e familiari inferociti per il ritardo e per il loro congiunto, che sembrava stesse veramente male, i sanitari si sono prodigati nelle cure, ma dopo solo una quindicina di minuti si sono accorti che i loro sforzi erano ormai inutili, tanto da dichiarare la morte dell’uomo, ciò ha scatenata la rabbia dei parenti che li hanno aggrediti e malmenati.

Il provvidenziale intervento della polizia che i sanitari avevano allertato subito dopo la chiamata, li ha salvati da un probabile linciaggio, lo stato d’animo dei parenti del defunto, ha dato sfogo al loro dolore attribuendo (a torto o a ragione) la causa del decesso al ritardo dei soccorsi attribuendo solo a loro la cause senza tenere in debito conto anche le difficoltà oggettive della sosta selvaggia, per lo stesso motivo, ai Quartieri Spagnoli, i pompieri non potettero arrivare in prossimità dell’incendio e un’intera famiglia perì nel rogo.

L'uomo deceduto, era un 51enne napoletano probabilmente stroncato da un infarto, per il quale è stato predisposto il sequestro della salma anche in seguito alle minacce di denunce ai sanitari del 118 da pare di alcuni familiari, secondo i quali i sanitari sarebbero arrivati in grande ritardo.

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