Statua in bronzo. |
È capitato a me come forse a tanti di voi, passeggiando di imbattersi in una scena poco dignitosa per l’intera umanità, mi è capitato di vedere un uomo in ginocchio sul marciapiedi, capo chino, occhi a terra, non chiedeva nulla, l’unica cosa che lo associasse a un mendicante era una ciotola in attesa dell’obolo, davanti alle sue ginocchia.
Questa scena mi fece molto male, essendo abituato come tutti al classico mendicante, alla persona petulante che chiede e che se non dai, ti maledice, ma vedere un uomo in ginocchio è tutt’altra cosa, a mio parere entrano in gioco fattori come, l’abbandono della dignità personale alla quale, essendo l’unico bene rimastogli, neanche chi non ha niente è disposto a rinunciare, la vista di quest’uomo in ginocchio, fece scattare dentro di me, un senso di ribellione verso il sistema che ci governa, verso le ingiustizie della vita, verso le diversita’che ci separano.
Con grande rabbia mi chiedevo: perché quest’uomo sta in ginocchio davanti ad altri suoi fratelli, , in nome di quale senso di inferiorita’ questo nostro simile si deve umiliare ed elemosinare, quali superiorità ci distinguono da questa classe sociale fatta di persone castigate dalla vita, di quale privilegio la vita ha voluto differenziare un essere dall’altro.
Cercando una spiegazione a questa brutta scena, una risposta ancora non l’ho trovata, ma l’unica spiegazione che sono riuscito a darmi è che forse l’uomo in ginocchio è un modo come un altro per distinguere il vero dal falso, prendere le distanze da chi ignominosamente sfrutta anche questa infelice condizione sociale, di chi approfitta e specula anche sulle disgrazie altrui sfruttando la faccia tosta che lo distingue, facendo sembrare tutti uguali, il petulante e il vero bisognoso, la dignità nel bisognoso e la falsità del petulante.
Come in tutte le attività, anche nella povertà si trova, la verità e l’inganno, il povero dignitoso e la faccia tosta di chi chiede con insistenza fino ad esasperare il probabile donante, l’uomo in ginocchio che se ne sta’ li in silenzio in attesa speranzosa di qual’cosa che verrà, e del falso povero che magari con la raccolta giornaliera pratica anche l’usura.
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