Dichiarazione rilasciata in un’intervista a “Libero” come si legge sul Mattino, "Il vitalizio mi serve", e a quale italiano non servirebbe, specialmente adesso.
Achille Occhetto, l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano (dal 1988) e cofondatore e vicepresidente del Partito del Socialismo Europeo nel 1990, in un’intervista rilasciata a Libero, difende la sua posizione di vitaliziato della politica, «con il vitalizio ci vivo e aiuto i miei figli» ma il giornalista di Libero gli ha anche illustrato che da fonti certe, l’ex segretario avrebbe incassato 632.937 euro avendone versati solo 371.736 per i suoi contributi, con un disavanzo di 261.201 euro.
La giornalista fa rilevare all’ex esponente comunista che anche a moglie percepisce il vitalizio di 3.791 euro mensili che addizionati al suo, sommano una cifra di tutto rispetto = a € 9.651 al mese che diventa una super entrata mensile a fronte di chi questa cifra la percepisce in un anno, ma Occhetto, non più da comunista, ma da vitaliziato risponde che è tutto secondo la legge e che per questo non può essere giustiziato mediaticamente.
Purtroppo, contrariamente a quando dai palchi nelle manifestazioni sindacali e politiche, professava il diritto all’equità in favore dei salariati, anche allora in Parlamento difendeva la posizione dei parlamentari futuri vitaliziati.
Evidentemente lo scopo, e l’essenza stessa del vitalizio, è stato travisato, esso fu istituito come una forma di riconoscimento dell’onestà politica da percepire durante il mandato voluto dal popolo e sarebbe terminato con l’uscita dalla vita politica, il vitalizio avrebbe dovuto essere il contenimento della concussione e non una pensione extra per se e per i suoi anche dopo la fine della vita politica di ogni singolo politicante, trasferendone i diritti ai familiari, anche dopo la sua morte.
Achille Occhetto, l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano (dal 1988) e cofondatore e vicepresidente del Partito del Socialismo Europeo nel 1990, in un’intervista rilasciata a Libero, difende la sua posizione di vitaliziato della politica, «con il vitalizio ci vivo e aiuto i miei figli» ma il giornalista di Libero gli ha anche illustrato che da fonti certe, l’ex segretario avrebbe incassato 632.937 euro avendone versati solo 371.736 per i suoi contributi, con un disavanzo di 261.201 euro.
La giornalista fa rilevare all’ex esponente comunista che anche a moglie percepisce il vitalizio di 3.791 euro mensili che addizionati al suo, sommano una cifra di tutto rispetto = a € 9.651 al mese che diventa una super entrata mensile a fronte di chi questa cifra la percepisce in un anno, ma Occhetto, non più da comunista, ma da vitaliziato risponde che è tutto secondo la legge e che per questo non può essere giustiziato mediaticamente.
Purtroppo, contrariamente a quando dai palchi nelle manifestazioni sindacali e politiche, professava il diritto all’equità in favore dei salariati, anche allora in Parlamento difendeva la posizione dei parlamentari futuri vitaliziati.
Evidentemente lo scopo, e l’essenza stessa del vitalizio, è stato travisato, esso fu istituito come una forma di riconoscimento dell’onestà politica da percepire durante il mandato voluto dal popolo e sarebbe terminato con l’uscita dalla vita politica, il vitalizio avrebbe dovuto essere il contenimento della concussione e non una pensione extra per se e per i suoi anche dopo la fine della vita politica di ogni singolo politicante, trasferendone i diritti ai familiari, anche dopo la sua morte.
Nessun commento:
Posta un commento