mercoledì 1 aprile 2015

Napoli, scandalo al Monaldi e Cotugno, affidati 6 appalti per lavori mai eseguiti.

Probabile soluzione, svuotare l'aula e iniziare da zero.
La corruzione come un fiume in piena, non trova ostacoli né posti sicuri, ormai è come l’aria, diventata necessaria per vivere.

Non c’è più religione, non c’è un giorno senza notizie di corrotti che danneggiano lo Stato, lo stato, dov’è finito lo Stato, da trent’anni a questa parte non facciamo altro che assistere alla sua latitanza, le regole del gioco cambiano sistematicamente a discrezione di chi fanno sedere sulla poltrona, leggi e leggine atte a tutelare chi invece di governare si autotutela, grazie a loro la corruzione è diventata parte integrande della vita quotidiana, non a caso si dice” il pesce puzza dalla testa”.

Scandalo all’azienda ospedaliera dei colli Aminei Monaldi e Cotugno per l'appalto di sei cantieri affidati, regolarmente pagati, e mai eseguiti, vedi il Mattino di Napoli, scandalo al comune di Ischia per la metanizzazione, il sindaco indagato per una mazzetta di 330 mila euro, dall’inchiesta esce fuori il nome di Massimo D’Alema costretto a rispondere alle interrogazioni, senza parlare di Roma Capitale, il Mose di Venezia, Expò la cui direzione fu affidata a due indagati e carcerati per corruzione.

Il commissario anticorruzione Raffaele Cantone h preso proprio una bella gatta da pelare, ha assunto un compito che ora si presenta senza soluzioni, per assolvere il suo compito avrebbe bisogno di invertire la rotta della politica che crea e protegge la corruzione, basta fumo negli occhi del popolo, a cosa serve allungare i tempi della prescrizione quando manca la possibilità della condanna, il ladrocinio e la corruzione spaventano solo il ladro di polli, il grande ladro sa come fare per non restituire e non finire in galera.

Ormai è dimostrato che la galera non rappresenta più un deterrente per i grandi ladri, per colpirli seriamente, si potrebbe intervenire con la sottrazione del maltolto non all’indagato o inquisito solo, al cui carico non risulta mai niente, ma ai beni acquistati e intestati ai suoi parenti vicini, a chiunque potrebbe essersi prestato al gioco da quando lo stesso ha assunto l’incarico, fino al momento dell’inchiesta, ma in tempi rapidi non come usa fare la magistratura attualmente che in tanti casi, archivia prima ancora di giudicare.

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