martedì 17 marzo 2015

Il Governatore Caldoro annuncia il riassetto della Sanità, assunzioni e apertura ospedali.

Il Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha presentato il suo piano di riattivazione della rete ospedaliera con il potenziamento del personale e la riorganizzazione degli ospedali.

In prossimità della campagna elettorale sembra un atto dovuto annunciare forti assunzioni, rimodulazione della forza ricettiva degli ospedali, ripristino della fornitura dei servizi agli esenti ticket, per definire le varie fasi politiche si usa identificarle “Prima Repubblica, seconda Repubblica” ma cosa è cambiato oggi rispetto a trent’anni fa, queste sono le stesse tecniche arcaiche se vogliamo, ma ampiamente collaudate, quello che si propina al popolo dei creduloni.

Come dichiarato dallo stesso presidente, i fondi necessari sarebbero stati recuperati eliminando gli sprechi, siccome, per portare in porto la manovra prevista occorrono molti milioni di euro, la domanda sorge spontanea, a quanti milioni corrispondono gli sprechi dell’apparato regionale, e quanti milioni ancora ci sono da recuperare, e ancora, non potevano essere recuperati alla fine del 2014 quando tantissimi aventi diritto, sono stati costretti a pagare le prestazioni sanitarie?

È giusto combattere per difendere la postazione, come dall’altra parte, sferrare attacchi senza esclusione di colpi, la posta in gioco è tanto alta da giustificare quasi gli sforzi profusi per conquistare il trono, la gloria, il potere, ma quando per farlo, si castiga il popolo per conservare le energie necessarie a guadagnare consensi, stipati con le privazioni e le mortificazioni popolari, si ricorre alle vecchie bassezze di strumentalizzazioni dell’elettorato, altro che prima Repubblica.

Un settore di vitale importanza come quello sanitario, dovrebbe essere lasciato fuori dalla contesa politica, invece è usato da più parti o come caposaldo conquistato, o come ariete per abbattere il portone del nemico, e come al solito a farne le spese, neanche a dirlo, e quel popolo di fiduciosi disposto a seguire il grande di turno che da lontano gli mostra la carota come premio, non come un pranzo dovuto e spettante ma come premio per essersi lasciato guidare a votare come a lui confà.

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