Il gioco d’azzardo, dove i più accaniti clienti è provato, sono i giovanissimi, contagiati dalla febbre di falsa illusione di ricchezza.
Il sessanta per cento dei giocatori sono minorenni, giovani che magari risparmiano su altre spese pur di conservare il fabbisogno per la bolletta diventata indispensabile, il fenomeno è in larga diffusione in tutte le città campane, anche nella nostra città il fenomeno è in forte ascesa, tanto che sta diventando una piaga sociale, è una febbre mentale quella che sta colpendo la collettività giocatrice.
Fin quando a giocare, è un pubblico adulto che si è fatto prendere la mano da quel tabellone che ogni cinque minuti sforna una speranza sfumata, la cosa ci può anche stare, ma quando il gioco finisce nelle mani dei giovani attanagliandoli nella morsa della speranza diventata come la carota per l’asino, allora è tempo che intervengano le istituzioni intensificando i controlli per il rispetto delle leggi che regolano il gioco d’azzardo.
Una buona fetta dello scarso reddito che ultimamente entra in una famiglia, finisce nelle casse degli esercizi che praticano le scommesse sportive, dove a vincere, sicuramente, è colui o coloro che gestiscono le scommesse, perché il gioco non ha mai arricchito nessuno, le istituzione devono fare qualcosa per evitare che i giovani finiscano per assoggettarsi a un sistema che non ha niente da offrire se non la nevrosi e lo sconforto del vedersi battuto.
Il sessanta per cento dei giocatori sono minorenni, giovani che magari risparmiano su altre spese pur di conservare il fabbisogno per la bolletta diventata indispensabile, il fenomeno è in larga diffusione in tutte le città campane, anche nella nostra città il fenomeno è in forte ascesa, tanto che sta diventando una piaga sociale, è una febbre mentale quella che sta colpendo la collettività giocatrice.
Fin quando a giocare, è un pubblico adulto che si è fatto prendere la mano da quel tabellone che ogni cinque minuti sforna una speranza sfumata, la cosa ci può anche stare, ma quando il gioco finisce nelle mani dei giovani attanagliandoli nella morsa della speranza diventata come la carota per l’asino, allora è tempo che intervengano le istituzioni intensificando i controlli per il rispetto delle leggi che regolano il gioco d’azzardo.
Una buona fetta dello scarso reddito che ultimamente entra in una famiglia, finisce nelle casse degli esercizi che praticano le scommesse sportive, dove a vincere, sicuramente, è colui o coloro che gestiscono le scommesse, perché il gioco non ha mai arricchito nessuno, le istituzione devono fare qualcosa per evitare che i giovani finiscano per assoggettarsi a un sistema che non ha niente da offrire se non la nevrosi e lo sconforto del vedersi battuto.
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