«A volte rispetto più i Casalesi dei colletti bianchi»
Il quotidiano “Il Mattino di Napoli” riporta una dichiarazione del presidente dell'autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone abbastanza significativa e sconcertante con allusione inequivocabile ai politici, nella quale chiarisce un concetto molto eloquente, secondo la sua recente esperienza politica sarebbe preferibile avere a che fare più con un camorrista che con i colletti bianchi, chiaro riferimento al potere che hanno alcuni politici.
La dichiarazione del presidente Cantone senz’altro trova origini nelle inchieste che sta conducendo e che lo vedono in prima linea a combattere il potere della corruzione e delle tangenti pagate attraverso la politica in danno alle opere pubbliche e alle tasche degli italiani, cosciente del marciume e del fetore che emana la corruzione scoperta ultimamente dalle sue indagini e anche dalle limitate possibilità di ammanettare i colpevoli ben mimetizzati e coperti dalle loro stesse leggi.
La giustificata riflessione di Cantone espone il concetto che da un camorrista o un mafioso,
essendo persone segnate, ci si può stare attenti al loro contatto, ma dai politici che rappresentano l’Italia, che possono con il potere avuto dagli elettori, sovvertire le regole e taglieggiare indisturbatamente senza lasciare traccia dei sui misfatti, ma la cosa non dovrebbe scoraggiare il presidente nel quale sono riposte le speranze dell’Italia intera.
Il quotidiano “Il Mattino di Napoli” riporta una dichiarazione del presidente dell'autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone abbastanza significativa e sconcertante con allusione inequivocabile ai politici, nella quale chiarisce un concetto molto eloquente, secondo la sua recente esperienza politica sarebbe preferibile avere a che fare più con un camorrista che con i colletti bianchi, chiaro riferimento al potere che hanno alcuni politici.
La dichiarazione del presidente Cantone senz’altro trova origini nelle inchieste che sta conducendo e che lo vedono in prima linea a combattere il potere della corruzione e delle tangenti pagate attraverso la politica in danno alle opere pubbliche e alle tasche degli italiani, cosciente del marciume e del fetore che emana la corruzione scoperta ultimamente dalle sue indagini e anche dalle limitate possibilità di ammanettare i colpevoli ben mimetizzati e coperti dalle loro stesse leggi.
La giustificata riflessione di Cantone espone il concetto che da un camorrista o un mafioso,
essendo persone segnate, ci si può stare attenti al loro contatto, ma dai politici che rappresentano l’Italia, che possono con il potere avuto dagli elettori, sovvertire le regole e taglieggiare indisturbatamente senza lasciare traccia dei sui misfatti, ma la cosa non dovrebbe scoraggiare il presidente nel quale sono riposte le speranze dell’Italia intera.
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