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domenica 19 agosto 2018

Caporalato vergognoso, nel Salento e nel Mantovano, al Nod e al Sud stessa schiavitù.

Lavoravano 12 ore nei campi per 10 euro: alla paga erano sottratti i soldi per il piatto di lenticchie giornaliero, il caporalato esercitato da stranieri con la complicità degli italiani.

Dieci o dodici ore di duro lavoro nei campi per la raccolta di pomodoro con una paga che oscillava dagli 80 centesimi ai 2,50 euro all'ora nemmeno le province del Nord si salvano da questa ondata di vergogna, infatti, la costante opera dei carabinieri ha portato alla luce nelle ultime settimane in due indagini due analoghe situazioni che farebbero impallidire anche i più grandi schiavisti del passato, i nuovi caporali li stiamo importando addirittura dal Pakistan.

Manod’opera irregolare, alcuni senza permesso di soggiorno prestavano la loro opera in condizioni a dir poco disumane, queste le condizioni in cui erano costretti a lavorare dei cittadini extracomunitari, scoperti dalla squadra mobile in un'azienda di Monteroni nel salento e nei comuni di Asola e Piubega, nel mantovano, quello pubblicato sulle pagine di ANSA mette in luce un fenomeno del caporalato presente e mai debellato nelle province del Sud come in quelle del Nord.

I caporali trovati nelle due aziende sono stati arrestati assieme ai proprietari dei fondi agricoli dove si svolgevano le losche attività, le due aziende agricole sono state poste sotto sequestro, il tutto è stato possibile solo grazie al lavoro tenace e ben organizzato dalle forze dell’ordine che hanno accerchiato le due aziende in entrambi i casi bloccando sfruttati e sfruttatori.

venerdì 29 settembre 2017

Brescia, scoperto non il caporalato: ma lo schiavismo umano cinese.

Operai al lavoro continuo per 18 ore e pagati un euro all'ora in un laboratorio clandestino cinese, mafia e camorra non hanno ne confini ne tantomeno colore della pelle.

Al Nord come al sud, o in una qualsiasi altra zona del mondo, lo sfruttamento della manod’opera è una piaga esistente infestante e pronta a succhiare vampirescamente il sangue dei lavoratori a quali necessita la ciotola di riso o altro pasto per sopravvivere con i propri figli, nemmeno l’Italia del nord è immune da questo fenomeno volto all’arricchimento individuale prodotto con lo schiavismo incontrollato e a volte con la complicità delle istituzioni.

La vergognosa situazione venuta alla luce nell’operosa zona del bresciano dove in un laboratorio clandestino, 15 operai quasi tutti cinesi, confezionavano capi d'abbigliamento a ritmi di lavoro disumani e con una paga da fame, un euro all'ora per realizzare vestiti senza sosta fino a notte fonda per la grande distribuzione che nei mercatini e nei negozi di terz’ordine aspettano l’arrivo dei prodotti a buon mercato ingrassando gli schiavisti, dove per un reato cosi grave una sola persona e stata denunciata, questa non è giustizia ma ingiustizia.

venerdì 11 agosto 2017

Terra di lavoro, lotta al caporalato e lavoro nero nel casertano, grande produttore di oro rosso.

Scoperti 130 lavoratori totalmente in nero e privi di qualsiasi forma di tutela della sicurezza sui posti di lavoro nelle campagne del casertano.

Blitz nelle campagne del Casertano operato dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta con i militari del Comando Provinciale e i funzionari dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro, durante l’operazione sono stati scoperti 130 lavoratori immigrati in nero.

A oggi i carabinieri Gruppo di lavoro hanno effettuato in totale 41 controlli sanzionando i datori di lavoro con multe per oltre 300.000 euro; 26, invece, i soggetti denunciati per violazione al Testo Unico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

I datori di lavoro inadempienti e fuorilegge dal canto loro lamentano la grande immissione sul mercato italiano di prodotti provenienti dall’estero a bassissimo costo perché non sarebbero sottoposti alla stessa tassazione, fattore che li costringerebbe a eludere le norme per ridurre le spese allo scopo di poter effettuare la raccolta annuale cercando- se non di starci dentro con i costi-, almeno di non rimetterci troppo.

I militari hanno passato al setaccio numerosi fondi agricoli, in particolare nei comuni di Villa Literno, Santa Maria Capua Vetere e Grazzanise, dove sono stati sorpresi lavoratori senza contratto bulgari, ucraini, tunisini e albanesi; alcuni sono risultati clandestini. I militari hanno dovuto anche aggirare le «vedette» poste dai proprietari dei fondi lungo le strade di accesso proprio per controllare l'arrivo delle forze dell'ordine.