Chi segue le vicende del Governo attuale lo fa attraverso i quotidiani che danno delle indicazioni il più delle volte forvianti e di parte contribuendo ad aumentare l'incertezza e la confusione nelle idee dei cittadini, ma la ribellione dei due ministri in un primo momento fatta sembrare come opera di due forsennati sta dimostrando che le loro linee politiche hanno della concretezza, difatti, la stanno spuntando contro le avversità poste davanti a loro da Jean-Claude Juncker che ancora una volta vorrebbe imporre le regole europee incondizionatamente.
Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, sta scatenando una forte opposizione al regime di Bruxelles, per la prima volta il governo italiano non solo discute le regole di Bruxelles ma intende combatterle apertamente cercando di spiegare che la linea riformatrice intrapresa dal governo e tutta in favore del popolo, dispostissimo a esporre e discutere l’intera linea del governo con i commissari Moscovici e Dombrovskis, ma fermamente deciso a spiegare che l’Italia non torna indietro.
Oggi una cosa appare certa anche ai più sprovveduti in politica, la linea politica impostata dai due vice premier riguardo agli immigrati e alla politica finanziaria, sta dimostrando che i passati governi, anche potendo, hanno accettato passivamente quanto dettato dall’Ue impoverendo il popolo e arricchendo gli speculatori politici e non, per la prima volta un governo italiano si sta ribellando convinto di esporre le proprie ragioni dimostrando con numeri alla mano di potercela fare.
Il governo italiano si aspettava una forte opposizione dal momento che da pecora ha cercato di trasformarsi in lupo, il rifiuto di far sbarcare i migranti ha esposto il vice ministro Salvini alle dure critiche da parte degli altri aderenti alla Ue ma quando è stato proposto loro di condividerli, nessuno li ha voluti, come pure la politica finanziaria di Di Maio, sta togliendo molte polpette dai piatti dei tanti politici abbuffoni mettendoseli contro, politici che per decenni hanno lucrato ai danni del popolo e degli extracomunitari.
Per la prima volta l’Italia ha un governo che sta facendo gli interessi del popolo e non dei potenti, trattandosi di dover riformare un sistema corrotto e sconquassato ci vorrà del tempo, se non anni, chi pensa di vedere i frutti della riforma a breve termine sbaglia di grosso, per rimettere sulla giusta rotta una nave che stava affondando ci vuole tempo ma già dal prossimo anno si dovrebbero iniziare a sentire il profumo dell’equità sociale e delle riforme programmate.
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