Termovalorizzatore di Acerra di nuovo al rallentatore, la gestione dei rifiuti è ancora in forte sofferenza, Napoli si prepara a un’altra brutta figura con il mondo per l’avidità della politica.
Sta facendosi sempre più concreta nella mente dei cittadini che quella del Termovalorizzatore di Acerra sia una manovra incentrata sulla possibilità di portare sui tavoli della grande politica la necessità di costruirne un altro o quanto meno costruire le compostiere, la telenovela della monnezza che diventa oro riprende il suo posto in società, nella società di chi adesso conta ancora per poco e intende sfruttare il momento agitando lo spauracchio che il cuore dell’impianto possa fermarsi e farci affogare nuovamente nei rifiuti.
Visto che negli ultimi anni la gestione dei rifiuti aveva preso il suo normale corso dando la risposta concreta alla sua funzionalità, ecco che improvvisamente ci si accorge che essa ha chiuso i cordoni della borsa per i politici che contano come fregaroli, i rifiuti hanno smesso di erogare milioni a destra e a manca e allora si pensa al diversivo, cioè ai guasti dovuti e pubblicizzati come sforzi dovuti al sovraccarico, dovuto alla grande mole di lavoro che normalmente svolge tutti i giorni.
Quello che lascia perplessi i cittadini riguardo la teoria del malfunzionamento, è che il grande lavoro che esso svolge quotidianamente dovrebbe rientrare nelle previsioni di calcolo delle sue potenzialità distruttive progettuali oltre le quali, dopo il normale esercizio, esso dovrebbe sempre disporre di un’aliquota di sicurezza del 30% minimo, detta percentuale costituisce il minimo applicabile a tutti i progetti per impianti pubblici figuriamoci per l’impianto in oggetto che si vorrebbe far credere al collasso.
Essendo la manovra molto determinata a creare una nuova emergenza rifiuti nel prossimo autunno al fine del raggiungimento dello scopo o della costruzione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti oppure la creazione della Compostiere per la quale la politica regionale non si è espressa ancora riguardo alla loro collocazione che sicuramente non sarà molto lontana dal territorio giuglianese essendoci un buon connubio tra i governanti del piccolo e del grande territorio.
Sta facendosi sempre più concreta nella mente dei cittadini che quella del Termovalorizzatore di Acerra sia una manovra incentrata sulla possibilità di portare sui tavoli della grande politica la necessità di costruirne un altro o quanto meno costruire le compostiere, la telenovela della monnezza che diventa oro riprende il suo posto in società, nella società di chi adesso conta ancora per poco e intende sfruttare il momento agitando lo spauracchio che il cuore dell’impianto possa fermarsi e farci affogare nuovamente nei rifiuti.
Visto che negli ultimi anni la gestione dei rifiuti aveva preso il suo normale corso dando la risposta concreta alla sua funzionalità, ecco che improvvisamente ci si accorge che essa ha chiuso i cordoni della borsa per i politici che contano come fregaroli, i rifiuti hanno smesso di erogare milioni a destra e a manca e allora si pensa al diversivo, cioè ai guasti dovuti e pubblicizzati come sforzi dovuti al sovraccarico, dovuto alla grande mole di lavoro che normalmente svolge tutti i giorni.
Quello che lascia perplessi i cittadini riguardo la teoria del malfunzionamento, è che il grande lavoro che esso svolge quotidianamente dovrebbe rientrare nelle previsioni di calcolo delle sue potenzialità distruttive progettuali oltre le quali, dopo il normale esercizio, esso dovrebbe sempre disporre di un’aliquota di sicurezza del 30% minimo, detta percentuale costituisce il minimo applicabile a tutti i progetti per impianti pubblici figuriamoci per l’impianto in oggetto che si vorrebbe far credere al collasso.
Essendo la manovra molto determinata a creare una nuova emergenza rifiuti nel prossimo autunno al fine del raggiungimento dello scopo o della costruzione di un nuovo impianto di trattamento rifiuti oppure la creazione della Compostiere per la quale la politica regionale non si è espressa ancora riguardo alla loro collocazione che sicuramente non sarà molto lontana dal territorio giuglianese essendoci un buon connubio tra i governanti del piccolo e del grande territorio.
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