È durata quasi un mese l’Odissea del cittadino qualianese Peppe De Rosa, due strutture sanitarie non avrebbero capito il problema che l’ha portato alla morte.
Per circa un mese, i sanitari del San Giuliano di Giugliano e del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, ai quali, la sua famiglia e lo stesso sfortunato Peppe si erano rivolti e chiesto cure per i forti dolori che accusava nella schiena, avrebbero preso sottogamba la sua situazione, avrebbero curato per una sciatalgia quella che in effetti era una seria infezione da streptococco riscontrata alla fine della sua vita terrena al Santa Maria, dopo l’ennesimo ricovero, quando ormai era arrivato in gravi condizioni e alla fine della sua esperienza terrena.
Ora la sua famiglia chiede soddisfazione e soprattutto cerca la verità, dopo aver denunciato alle competenti autorità quello che per loro rappresenta un grave errore sanitario, forse, capitato in un periodo di ferie di quando anche i sanitari vogliono riposarsi e rigenerarsi in attesa del prossimo paziente sfortunato, hanno chiesto che fossero eseguiti gli accertamenti autoptici affinché si arrivi alla verità, al perché sia morto Peppe, se si è trattato d’ impreparazione professionale o semplice svogliatezza, o anche di cattiva preparazione professionale.
Fatto sta che per questi gravi errori professionali forse, commessi in ambedue nosocomi, il povero Peppe, nei giorni scorsi è stato costretto suo malgrado a chiedere ospitalità al cimitero cittadino alla ricerca di quella pace dello spirito e soprattutto della fine delle sofferenze fisiche che grazie a chi forse, ha intrapreso un’errata carriera ha dovuto patire, adesso la sua famiglia spera solo nella giustizia della legge attraverso la quale potranno dargli un minimo di soddisfazione dopo la morte, anche se le speranze sono vane, sapendo che, cane non mangia cane.
Per circa un mese, i sanitari del San Giuliano di Giugliano e del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, ai quali, la sua famiglia e lo stesso sfortunato Peppe si erano rivolti e chiesto cure per i forti dolori che accusava nella schiena, avrebbero preso sottogamba la sua situazione, avrebbero curato per una sciatalgia quella che in effetti era una seria infezione da streptococco riscontrata alla fine della sua vita terrena al Santa Maria, dopo l’ennesimo ricovero, quando ormai era arrivato in gravi condizioni e alla fine della sua esperienza terrena.
Ora la sua famiglia chiede soddisfazione e soprattutto cerca la verità, dopo aver denunciato alle competenti autorità quello che per loro rappresenta un grave errore sanitario, forse, capitato in un periodo di ferie di quando anche i sanitari vogliono riposarsi e rigenerarsi in attesa del prossimo paziente sfortunato, hanno chiesto che fossero eseguiti gli accertamenti autoptici affinché si arrivi alla verità, al perché sia morto Peppe, se si è trattato d’ impreparazione professionale o semplice svogliatezza, o anche di cattiva preparazione professionale.
Fatto sta che per questi gravi errori professionali forse, commessi in ambedue nosocomi, il povero Peppe, nei giorni scorsi è stato costretto suo malgrado a chiedere ospitalità al cimitero cittadino alla ricerca di quella pace dello spirito e soprattutto della fine delle sofferenze fisiche che grazie a chi forse, ha intrapreso un’errata carriera ha dovuto patire, adesso la sua famiglia spera solo nella giustizia della legge attraverso la quale potranno dargli un minimo di soddisfazione dopo la morte, anche se le speranze sono vane, sapendo che, cane non mangia cane.
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