Occorrerà aspettare altri dieci giorni per entrare nel vivo del processo a don Michele Barone, il sacerdote di Casapesenna detenuto nel penitenziario di S. M. Capua Vetere.
La vicenda che forse, ha distrutto la vita clericale di Don Michele Barone si avvia alla sua destinazione, sarà assolto oppure condannato? Determinante sarà la dichiarazione che farà la sorella della piccola che avrebbe subito percosse e maltrattamenti «camuffati» da esorcismi, verrà sentita a fine mese, nel frattempo il suo grande difensore l’avvocato Carlo Taormina ha dato forfait abbandonando la difesa, al suo posto i penalisti Maurizio Zuccaro e Camillo Irace.
L’Accusa maggiore è costituita dalla denuncia della sorella della vittima che rappresenta il punto cardine di tutto il processo, fu lei a denunciare sia il sacerdote sia i suoi stessi genitori, oltre al commissario di polizia Luigi Schettino, accusandoli di avere per più di un anno sottoposto a sevizie la ragazzina all’epoca dei fatti a malapena tredicenne il capo d’accusa, come molti ricorderanno di basa su falsi esorcismi, oltre alle sevizie e abusi sessuali subiti da due ventenni sue ex parrocchiane.
Il prelato dovrà anche rispondere di sottrazione di finanza per i proventi derivati dai viaggi religiosi legati ai pellegrinaggi a Medjugorie e Cracovia, un business che sarebbe stato gestito dallo stesso Don Barone e dei quali la Procura avrebbe chiesto la loro destinazione.
La vicenda che forse, ha distrutto la vita clericale di Don Michele Barone si avvia alla sua destinazione, sarà assolto oppure condannato? Determinante sarà la dichiarazione che farà la sorella della piccola che avrebbe subito percosse e maltrattamenti «camuffati» da esorcismi, verrà sentita a fine mese, nel frattempo il suo grande difensore l’avvocato Carlo Taormina ha dato forfait abbandonando la difesa, al suo posto i penalisti Maurizio Zuccaro e Camillo Irace.
L’Accusa maggiore è costituita dalla denuncia della sorella della vittima che rappresenta il punto cardine di tutto il processo, fu lei a denunciare sia il sacerdote sia i suoi stessi genitori, oltre al commissario di polizia Luigi Schettino, accusandoli di avere per più di un anno sottoposto a sevizie la ragazzina all’epoca dei fatti a malapena tredicenne il capo d’accusa, come molti ricorderanno di basa su falsi esorcismi, oltre alle sevizie e abusi sessuali subiti da due ventenni sue ex parrocchiane.
Il prelato dovrà anche rispondere di sottrazione di finanza per i proventi derivati dai viaggi religiosi legati ai pellegrinaggi a Medjugorie e Cracovia, un business che sarebbe stato gestito dallo stesso Don Barone e dei quali la Procura avrebbe chiesto la loro destinazione.
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