Nonostante le grandi difficoltà nelle quali versa la società Multiservizi, grazie ai volenterosi e solerti dipendenti, riesce a tenere la città non pulitissima, ma in modo decente.
Il fatto che la società che si occupa della pulizia e dell’ordine delle strade cittadine navighi in acque basse, non è una novità per nessuno, dal momento che lo stesso Sindaco, nel corso dello svolgimento dell’ultimo Consiglio Comunale, non ha avuto remore ad ammettere di essere inadempiente verso le casse della Multiservizi spa, difficoltà derivanti dai mancati pagamenti che l’ente di Piazza del popolo non avrebbe onorato nei riguardi della società dei servizi.
Dal canto suo, il Presidente, nonché Amministratore unico della multiservizi spa, vorrebbe fare la voce grossa con l’Amministrazione, ma, tra le minacce di adire le vie legali nei confronti del Comune e l’eventualità di presentare le proprie dimissioni, c’è la consapevolezza dello stato di sofferenza della cassa comunale e il fatto che se si dimettesse, il passaggio del testimone ad altra figura direttiva comprometterebbe il servizio per qualche mese penalizzando solamente il popolo dei qualianesi virtuosi.
Da parte sua, l’Amministratore unico della Multiservizi, lamenta e indica quasi una sperequazione nel diverso trattamento usato tra i dipendenti comunali e quelli impiegati nella Multiservizi, sperequazione che sarebbe operata dalla ragioneria del Comune, una diversità di trattamento tra quelli che dovrebbero essere tenuti più in considerazione vista la tipologia del lavoro svolto rispetto a un impiegato comunale che svolge regolarmente il proprio lavoro in un ufficio pulito e condizionato o altrove.
La difficolta finanziaria che Comune e Multiservizi stanno attraversando, ha suscitato un vespaio generale, dando la possibilità di scoccare frecce da parte anche di qualche non vedente, le difficoltà economiche presenti nel Bilancio testé approvato, anche se con qualche trucco, è una responsabilità assunta dai presenti nell’Assise e che potrebbero essere chiamati a difendersi davanti a una corte, avrebbero potuto portare la città al dissesto e al commissariamento e non l’hanno fatto, merito o demerito, come disse Manzoni, “Ai posteri l’ardua sentenza”.
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