Bruxelles orientato a tirare i remi in barca, entro il 20 marzo, o si trova il sistema di far quadrare i conti, oppure scatteranno le sanzioni alle quali lo Stato italiano non potrebbe fare fronte.
L’esecutivo di Bruxelles fa pressione sull’Italia affinché corregga il suo debito eccessivo e riporti i conti del disavanzo entro il 3%, si tratta di ridurre i conti dello 0,2%, sembra una bazzecola, una pinzellacchera, come diceva il grande Totò, ma lo 0,2% significano miliardi di euro che da qualche parte bisogna trovare, e dove se non nel Monopolio e sui carburanti, come ultima spiaggia restano sempre l’IVA e le pensioni, per Pier Carlo Padoan è uno scherzo da studenti elementari.
Solo che bisogna vedere se la Commissione europea riterrà giusta e appropriata la manovra di aggiustamento, si da il caso che se il nostro governo si trova in acque agitate proprio in virtù di manovre azzardate che hanno portato l’Italia sull’orlo del collasso, alta tassazione, scarsità di lavoro, forte tassazione, sono tutti parametri scoraggianti e destabilizzanti, la Ue, al momento sembra decisa a non concedere altre dilazioni al debito in considerazione del sistema politico al collasso.
Lo scorso 5 dicembre il presidente Jeroen Dijsselbloem aveva chiuso un occhio per via del risultato del referendum e delle dimissioni di Renzi ma, ora non ci sono più ragioni per posticipare, Anzi, «l’instabilità politica» rilevata dalla stessa Commissione nelle sue previsioni economiche è un motivo per mettere in sicurezza i conti al più presto, come si legge anche sul quotidiano "La Stampa".
L’esecutivo di Bruxelles fa pressione sull’Italia affinché corregga il suo debito eccessivo e riporti i conti del disavanzo entro il 3%, si tratta di ridurre i conti dello 0,2%, sembra una bazzecola, una pinzellacchera, come diceva il grande Totò, ma lo 0,2% significano miliardi di euro che da qualche parte bisogna trovare, e dove se non nel Monopolio e sui carburanti, come ultima spiaggia restano sempre l’IVA e le pensioni, per Pier Carlo Padoan è uno scherzo da studenti elementari.
Solo che bisogna vedere se la Commissione europea riterrà giusta e appropriata la manovra di aggiustamento, si da il caso che se il nostro governo si trova in acque agitate proprio in virtù di manovre azzardate che hanno portato l’Italia sull’orlo del collasso, alta tassazione, scarsità di lavoro, forte tassazione, sono tutti parametri scoraggianti e destabilizzanti, la Ue, al momento sembra decisa a non concedere altre dilazioni al debito in considerazione del sistema politico al collasso.
Lo scorso 5 dicembre il presidente Jeroen Dijsselbloem aveva chiuso un occhio per via del risultato del referendum e delle dimissioni di Renzi ma, ora non ci sono più ragioni per posticipare, Anzi, «l’instabilità politica» rilevata dalla stessa Commissione nelle sue previsioni economiche è un motivo per mettere in sicurezza i conti al più presto, come si legge anche sul quotidiano "La Stampa".
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