giovedì 24 novembre 2016

Fumare sul luogo di lavoro può costare il licenziamento, l’ha deciso la Cassazione.

La Cassazione ha convalidato il licenziamento già respinto dalla Corte d'Appello respingendo il ricorso presentato da un lavoratore per essere stato licenziato in seguito al provvedimento disciplinare.

Fumare sul posto di lavoro può essere motivo di licenziamento, la Corte d’Appello ha legittimato la decisione del licenziamento di un dipendente sorpreso in tante occasioni a fumare nel reparto e diffidato più volte a desistere fino ad arrivare al licenziamento motivato dal fatto che la sua abitudine può essere compromettente per la salute degli altri lavoratori o può provocare incendi in presenza di materiali infiammabili.

Quindi, la legge ha avallato la decisione del datore di lavoro respingendo l’impugnazione del licenziamento presentato dal dipendente fumatore, questo è quanto evidenziato dalla sentenza numero 23862/2016 del 23 novembre scorso, con la quale la Cassazione ha respinto il ricorso del lavoratore che si era opposto alla sentenza con la quale la Corte d'appello di Ancona aveva confermato la legittimità del licenziamento disciplinare che gli era stato notificato per aver fumato in un ambiente di lavoro nel quale erano presenti materiali infiammabili.

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