sabato 19 novembre 2016

Caserta, per Casal di Principe, LA PARTE DURA DELLA GUERRA, E’ QUANDO COMINCIA LA PACE.

Né sà qualcosa il sindaco Renato Natale che ha assunto l’onere di timoniere di una barca scampata agli scogli della camorra, e finita nei gorghi della legalità.

La forte presenza della camorra nel territorio, che per cinque decenni circa ha esteso la sua mano nera nei più disparati settori produttivi, è riuscito a indebolire e disgregare anche le difese di una comunità con una forte vocazione rurale lasciando dietro di se rovine, povertà, miseria sociale e intima, e mancanza di lavoro.

Al popolo dei lavoratori che è riuscito a proseguire con la speranza della fine, che si è visto privato della sua libertà con la massiccia presenza della pseudo sicurezza inviata dallo Stato sul territorio senza poteri, sono rimaste solo le macerie del dopo terremoto della legalità, lo Stato garantista della legalità, è riuscito solo in parte nel suo intento togliendo alle cosche parte dei proventi ricavati camorristicamente istaurando attività megagalattiche produttrici di potere finanziario.

Lo Stato nella sua guerra alla malavita non ha tenuto conto degli ostaggi in essa rappresentati dai cittadini casalesi, i quali, sono stati affidati a uomini come il loro sindaco Natale che dovrebbe provvedere alla ripresa della comunità privata di qualsiasi aiuto da parte di quello Stato, uno Stato che ha cantato l’Inno Nazionale con il piede poggiato sui cittadini onesti e laboriosi quali sono da sempre i cittadini casalesi.

La legalità, nei giorni scorsi, ha gridato a gran voce la vittoria per la vicenda Cosentino, magra consolazione per il popolo casalese dei disoccupati, degli esodati, che oggi, in pieno dopoguerra camorristico, si affidano al loro sindaco per qualsiasi aiuto atto a sfamare la sua famiglia, per fortuna è presumibile che trattandosi si una comunità con forti radici rurali e conservatrice, il fenomeno dovrebbe essere contenuto entro il 25% della popolazione.

Lo sconforto poi colpisce la maggioranza dei casalesi, perché il dopoguerra camorristico ha fatto accendere i riflettori sull’abusivismo ponendo sulle proprietà abusive, la scure dell’abbattimento o della requisizione comunale, altra questione inquietante che mette il primo cittadino al centro del problema, la città spera che il suo sindaco operi soluzioni inesistenti, attribuendogli anche poteri che non ha, come un padre di famiglia che vede i figli soffrire e non li può aiutare, Casale deve ringraziare enormemente i vari clan che oltre a marchiarli d’illegalità come un popolo di camorristi, gli ha lasciato disoccupazione, fame e problemi esistenziali.

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