Foto di repertorio. |
A riaprire le ostilità sarebbe stata una lettera inviata al Comune nella quale, sono elencate pesanti accuse nei riguardi della sindaca, di un consigliere e anche di un assessore, il documento riporterebbe offese e minacce non crostanziate e quindi non valide, la missiva giunta con la firma di un fantomatico «Comitato di liberazione e legalità», corredato di nome e cognome -da verificare- lo stesso è stato inviato a tutti i capigruppo, al segretario generale e, stando a quanto si legge, anche a carabinieri e Procura.
Ma, è stato un grillino a portarlo in caserma, Giorgio Fontana, un consigliere eletto tra le fila del Movimento 5 Stelle e rimasto al fianco della Capuozzo anche dopo l'espulsione del sindaco dai pentastellati, come si legge sul Mattino di Napoli di oggi.
Durissime le accuse rivolte al consigliere Giovanni Santoro della lista civica Uniti per Quarto, indagato dallo scorso febbraio per falso in atto pubblico oltre a essere apostrofato in tanti modi poco onorevoli, il documento conterrebbe anche accuse all’assessore Mauro Scarpitti, con delega al Patrimonio, accusato di aver esercitate estorsione nei confronti dei potenziali acquirenti degli alloggi popolari.
Non risparmiata nemmeno la sindaca Capuozzo, nei suoi confronti sarebbe stata lanciata l’accusa di aver combinato un imbroglio con un suo datore di lavoro, accuse vaghe senza ne capo ne coda, ma sufficienti a far scattare un'inchiesta interna al Comune e forse anche della magistratura. Il dato sconcertante è che sarebbe stato protocollato un documento senza che nessuno sappia chi sia stato a farlo a consegnarlo e ad acquisirlo al protocollo generale.
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