In gioco ci sono 1700 posti di lavoro, l’Azienda leder del Call Center italiano, si avvia a mettere in pratica la delocalizzazione, il piano era evidente già a maggio scorso.
Non è più una questione sindacale, ma di piano industriale, Almaviva sta avviando la sua linea di condotta verso quella che ormai è evidente a tutti, spostare l’azienda nei territori dell’Est Europa dove la manod’opera costa molto di meno, anche se i suoi rappresentanti non si sbilanciano, l‘intendo sembra essere proprio orientato verso l’esodo dal territorio italiano anche al costo di sacrificare la professionalità dei sui addetti ai lavori, personale ormai formato e valido.
Lo scorso maggio Almaviva e sindacati avevano raggiunto un accordo per scongiurare i licenziamenti grazie alla disponibilità della solidarietà e degli ammortizzatori sociali straordinari, ma a fine settembre l’azienda ci ha ripensato cercando di addossare le responsabilità del cambiamento di programma ai sindacati, accusati di aver disatteso quanto concordato a maggio.
Al momento, la verità che traspare dall’intera vicenda sono dei licenziamenti mascherati in merito alla richiesta di spostamento di 150 addetti da Palermo a Cosenza, ma trattandosi di dipendenti part time con uno stipendio di circa 600 euro mensili, Almaviva mira alla rinuncia di questi per l’impossibilità di affrontare i costi di trasferta, quindi, li sta spingendo al licenziamento, resta solo da vedere gli ultimi sviluppi che dovrebbero scaturire oggi dall’incontro dell’Azienda leader del call center con le rappresentanze sindacali.
Non è più una questione sindacale, ma di piano industriale, Almaviva sta avviando la sua linea di condotta verso quella che ormai è evidente a tutti, spostare l’azienda nei territori dell’Est Europa dove la manod’opera costa molto di meno, anche se i suoi rappresentanti non si sbilanciano, l‘intendo sembra essere proprio orientato verso l’esodo dal territorio italiano anche al costo di sacrificare la professionalità dei sui addetti ai lavori, personale ormai formato e valido.
Lo scorso maggio Almaviva e sindacati avevano raggiunto un accordo per scongiurare i licenziamenti grazie alla disponibilità della solidarietà e degli ammortizzatori sociali straordinari, ma a fine settembre l’azienda ci ha ripensato cercando di addossare le responsabilità del cambiamento di programma ai sindacati, accusati di aver disatteso quanto concordato a maggio.
Al momento, la verità che traspare dall’intera vicenda sono dei licenziamenti mascherati in merito alla richiesta di spostamento di 150 addetti da Palermo a Cosenza, ma trattandosi di dipendenti part time con uno stipendio di circa 600 euro mensili, Almaviva mira alla rinuncia di questi per l’impossibilità di affrontare i costi di trasferta, quindi, li sta spingendo al licenziamento, resta solo da vedere gli ultimi sviluppi che dovrebbero scaturire oggi dall’incontro dell’Azienda leader del call center con le rappresentanze sindacali.
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