Alla riunione questa volta hanno
partecipato anche gli elementi del direttivo e operatori sul campo dell’Ente
SCPA acquedotti, ai quali sono stati chiesti importanti chiarimenti.
Premesso, che
la commissione speciale acqua fu proposta, istituita e ratificata
dall’Amministrazione il 9/5/, essa è composta da politici, cittadini comuni,
tecnici e due avvocati che curano la parte legale dall’affidamento, a tutto
l’iter gestionale dell’Ente erogatore Acquedotto SCPA, la commissione riteneva
illegali gli aumenti imposti da SCPA, forte delle dichiarazioni dell’Amministrazione
che non sarebbe mai stata informata nemmeno dal suo rappresentante inserito nel
Consiglio D’Amministrazione.
Ai Componenti
della commissione sembrava illogico che l’aumento fosse stato applicato tenendo
all’oscuro l’amministrazione comproprietaria anche se solo al 2%, l’attacco
sferrato dagli avvocati della commissione ai delegati SCPA, ha dato i suoi
frutti, infatti, uno dei rappresentanti di SCPA, come un vulcano in eruzione,
ha dichiarato pubblicamente alla presenza degli amministratori, che le
relazioni riguardante gli aumenti e la prassi usata per definire ciò, era stata
inviata in Comune due anni fa per essere valutata, discussa e approvata, e non
avendo ricevuto comunicazioni di sorta….
I tecnici di
SCPA incalzati dagli avvocati Giulio Cacciapuoti e Fabio Picone, com’era
prevedibile, hanno difeso a spada tratta l’operato dell’Ente da loro
rappresentato, almeno per quanto riguarderebbe l’aumento tariffario applicato,
che a dir loro, sarebbe stato imposto dall’Autorità e quindi loro essendo
inermi, avrebbero solamente cercato di agevolare le forniture variando la
quantità di uso giornaliero in funzione delle famiglie, ma alla fine
bilanciando il risultato erogazione,
introiti, che secondo l’Autorità, non avrebbe dovuto subire variazioni al
bilancio 2012.
La parte dei
cittadini comuni della Commissione acqua, ha fatto rilevare ai delegati
intervenuti, che mentre l’Ente è molto rispettoso dei regolamenti, allo stesso
tempo è poco attento alle vere esigenze dei cittadini qualianesi che per colpa
di SCPA si trovano a sostenere spese e costi di gestione degli autoclavi non avendo
l’ente provveduto a migliorare il servizio ai cittadini con un aumento di
pressione, al riguardo i delegati hanno accusato la rete sottostante di non essendo
in grado di accettare un aumento di pressione senza scoppiare, patata bollente, passata direttamente nella
mani del Sindaco.
Per quando
riguarda la voragine di Via De Gasperi, i delegati hanno escluso in sede di
commissione la loro diretta responsabilità, ma essendo stati citati in giudizio
toccherà al giudice l’ardua sentenza.
Per il
momento le richieste pratiche inoltrate dai membri di commissione sono state
queste:
1°, L’eventuale aumento della pressione nella rete al
fine di abolire gli impianti di sollevamento ai piani che oltre al consumo
elettrico necessitano di manutenzione ordinaria a carico dell’utente, richiesta
rigettata dai delegati in quanto, secondo loro, la rete idrica essendo molto
vecchia non sopporta ulteriore carico di pressione.
2°, La pulizia periodica delle caditoie stradali che
essendo intasate, alla prima pioggerella provocano disagi e allagamenti, anche
qui c’è stato un significativo passaggio di responsabilità, in quanto, con la
sua discrezionalità, l’SCPA asserisce che nel contratto di acquisizione non si
parla di caditoie, essendo queste raccolte di acqua meteorica sarebbero
estromesse dall’impianto fognario, anche questo sarà oggetto di valutazione da
parte del giudice in quanto va stabilito un sacrosanto principio.
All’atto
della presa in carico degli impianti presenti sul territorio, l’SCPA, era a
conoscenza della consistenza della rete idrica ma ancor di più della rete
fognaria, la quale, essendo un impianto promiscuo è chiaro e evidente che le acque
bianche della rete pluviale finiscano con il miscelarsi alle acque luride diventando
un tutt’uno, per cui anche se sembra innegabile e chiara la loro responsabilità
che vorrebbero far passare per un favore, quello che costituisce un loro
preciso dovere per poi successivamente a chiedere conto, ma, anche questo
quesito costituirà oggetto di verifica da parte del giudice istruttore.
In fin dei
conti, nel corso della riunione che ha visto contrapporsi gli interessi di
Acquedotti SCPA, alle richieste formulate dal sindaco, dal vice sindaco unite a
quelle dei semplici cittadini rappresentanti le proteste popolari, non sono
stati raggiunti accordi o previsioni per il loro superamento, per cui l’unica
verità emersa e che l’Amministrazione non avrebbe fatta una giusta valutazione
delle possibilità cha sarebbero scaturite dall’aumento dei canoni analizzando la
cartografia inviatele in base alla quale avrebbe potuto dare il suo alto
contributo, peccato, una mancata
opportunità.
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