venerdì 29 luglio 2016

Qualiano, il 28/7 si e riunita la Commissione Speciale Acqua per discutere le varie problematiche lamentate dai cittadini.



Alla riunione questa volta hanno partecipato anche gli elementi del direttivo e operatori sul campo dell’Ente SCPA acquedotti, ai quali sono stati chiesti importanti chiarimenti.

Premesso, che la commissione speciale acqua fu proposta, istituita e ratificata dall’Amministrazione il 9/5/, essa è composta da politici, cittadini comuni, tecnici e due avvocati che curano la parte legale dall’affidamento, a tutto l’iter gestionale dell’Ente erogatore Acquedotto SCPA, la commissione riteneva illegali gli aumenti imposti da SCPA, forte delle dichiarazioni dell’Amministrazione che non sarebbe mai stata informata nemmeno dal suo rappresentante inserito nel Consiglio D’Amministrazione.

Ai Componenti della commissione sembrava illogico che l’aumento fosse stato applicato tenendo all’oscuro l’amministrazione comproprietaria anche se solo al 2%, l’attacco sferrato dagli avvocati della commissione ai delegati SCPA, ha dato i suoi frutti, infatti, uno dei rappresentanti di SCPA, come un vulcano in eruzione, ha dichiarato pubblicamente alla presenza degli amministratori, che le relazioni riguardante gli aumenti e la prassi usata per definire ciò, era stata inviata in Comune due anni fa per essere valutata, discussa e approvata, e non avendo ricevuto comunicazioni di sorta….

I tecnici di SCPA incalzati dagli avvocati Giulio Cacciapuoti e Fabio Picone, com’era prevedibile, hanno difeso a spada tratta l’operato dell’Ente da loro rappresentato, almeno per quanto riguarderebbe l’aumento tariffario applicato, che a dir loro, sarebbe stato imposto dall’Autorità e quindi loro essendo inermi, avrebbero solamente cercato di agevolare le forniture variando la quantità di uso giornaliero in funzione delle famiglie, ma alla fine bilanciando  il risultato erogazione, introiti, che secondo l’Autorità, non avrebbe dovuto subire variazioni al bilancio 2012.

La parte dei cittadini comuni della Commissione acqua, ha fatto rilevare ai delegati intervenuti, che mentre l’Ente è molto rispettoso dei regolamenti, allo stesso tempo è poco attento alle vere esigenze dei cittadini qualianesi che per colpa di SCPA si trovano a sostenere spese e costi di gestione degli autoclavi non avendo l’ente provveduto a migliorare il servizio ai cittadini con un aumento di pressione, al riguardo i delegati hanno accusato la rete sottostante di non essendo in grado di accettare un aumento di pressione senza scoppiare, patata bollente, passata direttamente nella mani del Sindaco.

Per quando riguarda la voragine di Via De Gasperi, i delegati hanno escluso in sede di commissione la loro diretta responsabilità, ma essendo stati citati in giudizio toccherà al giudice l’ardua sentenza.

Per il momento le richieste pratiche inoltrate dai membri di commissione sono state queste:

, L’eventuale aumento della pressione nella rete al fine di abolire gli impianti di sollevamento ai piani che oltre al consumo elettrico necessitano di manutenzione ordinaria a carico dell’utente, richiesta rigettata dai delegati in quanto, secondo loro, la rete idrica essendo molto vecchia non sopporta ulteriore carico di pressione.

, La pulizia periodica delle caditoie stradali che essendo intasate, alla prima pioggerella provocano disagi e allagamenti, anche qui c’è stato un significativo passaggio di responsabilità, in quanto, con la sua discrezionalità, l’SCPA asserisce che nel contratto di acquisizione non si parla di caditoie, essendo queste raccolte di acqua meteorica sarebbero estromesse dall’impianto fognario, anche questo sarà oggetto di valutazione da parte del giudice in quanto va stabilito un sacrosanto principio.

All’atto della presa in carico degli impianti presenti sul territorio, l’SCPA, era a conoscenza della consistenza della rete idrica ma ancor di più della rete fognaria, la quale, essendo un impianto promiscuo è chiaro e evidente che le acque bianche della rete pluviale finiscano con il miscelarsi alle acque luride diventando un tutt’uno, per cui anche se sembra innegabile e chiara la loro responsabilità che vorrebbero far passare per un favore, quello che costituisce un loro preciso dovere per poi successivamente a chiedere conto, ma, anche questo quesito costituirà oggetto di verifica da parte del giudice istruttore.

In fin dei conti, nel corso della riunione che ha visto contrapporsi gli interessi di Acquedotti SCPA, alle richieste formulate dal sindaco, dal vice sindaco unite a quelle dei semplici cittadini rappresentanti le proteste popolari, non sono stati raggiunti accordi o previsioni per il loro superamento, per cui l’unica verità emersa e che l’Amministrazione non avrebbe fatta una giusta valutazione delle possibilità cha sarebbero scaturite dall’aumento dei canoni analizzando la cartografia inviatele in base alla quale avrebbe potuto dare il suo alto contributo, peccato, una mancata opportunità.

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