lunedì 28 marzo 2016

Qualiano, la manifestazione dei Battenti si perpetua e resiste tra religione, e credenza popolare.

I Biondi, il passato che resiste e il presente che incalza.
Fa da simbolo della devozione qualianese ai Battenti, la continuità della famiglia Biondi, dal compianto primo portabandiera, don Peppe, al piccolo rampollo Biagino.

Come ogni anno, i battenti qualianesi continuano a distinguersi tra la vecchia e immutata fede votiva e l’innovazione necessaria per poter proseguire e resistere nel tempo, la sua gloriosa fondazione, nata agli inizi degli anni 30, resiste e continua a infondere rispetto e ammirazione per la costanza dei partecipanti e la forte partecipazione laica del pubblico che in doveroso silenzio assiste alle molte funzioni svolte per le strade cittadine e non solo.

Dei tanti personaggi che si sono succeduti alla guida spirituale della formazione votiva, e che sono rimasti nella mente e nei cuori dei cittadini qualianesi, è bene citarne solo i più simbolici, nomi come quel grande Aniello Rapa, così conosciuto da tutti e che riusciva a trasmettere emozioni indescrivibili nei presenti, Bertino Schiano di Visconti, Mimì Zambano, e altri devoti e fedeli che hanno dato il loro sostanziale contributo affinché l’associazione Madonna dell’Arco continuasse a vivere.

Tra i tanti personaggi che hanno lasciato un’impronta profonda e incancellabile nella fondazione Madonna dell’Arco, gli appartenenti alla famiglia Biondi, a cominciare dal capostipite e unico portabandiera “Zio Peppino” glorioso primo portabandiera che per circa 5 decenni ha voluto essere testimone simbolo della fondazione, a lui si sono succeduti i suoi figli e nipoti che ancora oggi sono lì, presenti e partecipativi, oggi, tocca all’ultimo arrivato indossare l’imbracatura di cuoio e sbandierare la sua piccola bandiere onorando il suo bisnonno Giuseppe.

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