Sarebbero almeno 20 i falsi incidenti per i quali tramite false attestazioni mediche e ancor più false certificazioni, sarebbero stati truffati circa due milioni dalle casse del fondo.
La Guardia di Finanza ha scoperto un giro di false denunce di sinistri per i quali 3 persone sarebbero state denunciate, tra questi, avvocati, periti, e liquidatori che hanno operato tra Caserta e Roma, per ventisei di loro è scattato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli anche il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e conti correnti per un valore pari a quello della truffa.
Dalle indagini, svolte e coordinate dalla Procura di Napoli, è venuto a galla che la media dei risarcimenti non dovuti e liquidati dalla Consap spa, (La società che amministra il Fondo Vittime della pirateria stradale), oscillavano tra i 38mila euro e i 320mila, con una media di circa 180 mila euro, al momento non sarebbero noti i nomi delle persone indagate, ma solo le società attraverso le quali si sarebbero concretizzate le truffe.
Secondo l'accusa gli indagati avrebbero presentato false denunce di sinistri, avvalendosi di avvocati compiacenti e di falsi beneficiari, le classiche teste di legno, che firmavano le pratiche per poi ricevere solo una piccola quota del risarcimento.
La Guardia di Finanza ha scoperto un giro di false denunce di sinistri per i quali 3 persone sarebbero state denunciate, tra questi, avvocati, periti, e liquidatori che hanno operato tra Caserta e Roma, per ventisei di loro è scattato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli anche il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e conti correnti per un valore pari a quello della truffa.
Dalle indagini, svolte e coordinate dalla Procura di Napoli, è venuto a galla che la media dei risarcimenti non dovuti e liquidati dalla Consap spa, (La società che amministra il Fondo Vittime della pirateria stradale), oscillavano tra i 38mila euro e i 320mila, con una media di circa 180 mila euro, al momento non sarebbero noti i nomi delle persone indagate, ma solo le società attraverso le quali si sarebbero concretizzate le truffe.
Secondo l'accusa gli indagati avrebbero presentato false denunce di sinistri, avvalendosi di avvocati compiacenti e di falsi beneficiari, le classiche teste di legno, che firmavano le pratiche per poi ricevere solo una piccola quota del risarcimento.
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