lunedì 21 settembre 2015

#Riforme, Renzi e M. E. Boschi, non accettano né dialoghi, né veti, ma vogliono decidere da soli.

L’inciampo parlamentare è costituito dall’elezione dei Senatori che M5s, Lega, e la cosiddetta minoranza dei Democratici, vorrebbero fossero eletti dal popolo e non da Renzi.

Si sente fiduciosa, la ministra delle riforme costituzionali Maria Elena Boschi, la quale, d’accordo con il premier, spera e pretende che il pacchetto delle riforme passi vittorioso l’iter di approvazione della Camera, nonostante si profila all’orizzonte uno scontro duro, dove il nocciolo sarebbe costituito dall’art. due che riguarda la riforma del Senato, una riforma poco condivisa anche da una parte elle stesso PD.

Incisivo e chiarificatore, arriva l’appunto di Luigi Di Maio (M5S), il vicepresidente della Camera, definisce meglio il concetto e il motivo dell’opposizione, l’articolo due, non abolisce il Senato, ma ne crea uno in cui entreranno consiglieri regionali e sindaci che potranno salvarsi dalla galera grazie all’immunità parlamentare andando a rafforzare affarismo e ladrocinio, è innegabile che la riforma mira a rafforzare la corrente renziana in parlamento per assicurarsi la continuità, beffando ancora una volta gli italiani, perciò il M5s è contro.

Il Pd con questa sfida si gioca l’affidabilità e il potenziale futuro dei voti parlamentari necessari a proseguire per la strada intrapresa, mettendosi per questo, anche contro una stessa parte del PD dove tra gli oppositori c’è la parte della minoranza con tutto il suo peso non poco oneroso, con questa manovra il PD veramente si gioca la permanenza al governo, perché se esce sconfitto, consegna il Paese nelle mani della sua minoranza che poi non sarebbe in grado di contrastare il M5s, e la Lega, e quindi, Renzi tornerebbe a casa.

La maggioranza sembra essere compatta ad accettare una riforma che garantisce loro la continuità alla poltrona e un rafforzamento di governo con personaggi pescati tra i sindaci e consiglieri regionali, per Calderoli della Lega Nord, nella riforma s’intravedrebbe addirittura un metodo fascista nell’articolo due della riforma che non accetta veti e discussioni.
 

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