Il presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, vuole vederci chiaro e chiede gli atti alla Regione, speriamo non si fermi alla sola Caritas.
Aperta la scatola dello scandalo delle Onlus, stanno fuoriuscendo miasmi e lezzi rivoltanti, organizzazioni e associazioni nate senza scopo di lucro, hanno trovato il modo di truffare anche i disperati, il capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone ha chiesto gli atti di tutti i versamenti fatti dalla Regione in favore dei truffatori, secondo l’inquirente bisogna far luce su un altro milione di euro di uso sospetto, Don Federico, responsabile Caritas finito sotto inchiesta dichiara: fui io a denunciare il raggiro.
Potrebbe assumere le stesse dimensioni dell’inchiesta Cpl Concordia, iniziata all’isola d’Ischia percorse l’Italia intera fino ad addormentarsi per volere di qualche influente politico che ne gestiva la direzione, speriamo non succeda la stessa cosa con le Onlus implicate nello scandalo che iniziata dall’associazione giuglianese «Un’ala di riserva», magari arriva in Vaticano dietro le mura dello Ior, e qui trova qualche grande prelato che riesce a coprire tutto con il suo mantello color porpora.
Questi grandi scandali, difficilmente sono gestiti da un singolo truffatore, hanno bisogno di un progetto di più ampio raggio e di grandi pensatori, degli studiosi della truffa, persone forti che scrivono le deboli leggi italiane, persone che prima di promulgarle hanno nel cassetto l’antidoto per combatterla, povero Cantone, destinato a fare l’agnello sacrificale, a battersi da solo contro un branco di lupi affamati di truffa, il popolo ha imparato sulla sua pelle, che non c’è truffa peggiore di quella politica.
Comunque, già in passato scoppiarono inchieste che videro implicate altre orgassociazioni senza lucro che si erano appropriate di miliardi di lire ai danni dei bambini, e pure queste furono coperte dal velo porporato allo scopo di tenere ancora il popolo attaccato alla beneficenza, il Cantone di oggi si potrebbe associare al Prefetto Mori di ieri, il quale alla fine dichiara di sentirsi come un chirurgo che ha fatto soffrire, ma che non ha guarito, al momento giusto gli hanno tolto il bisturi dalle mani.
Aperta la scatola dello scandalo delle Onlus, stanno fuoriuscendo miasmi e lezzi rivoltanti, organizzazioni e associazioni nate senza scopo di lucro, hanno trovato il modo di truffare anche i disperati, il capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone ha chiesto gli atti di tutti i versamenti fatti dalla Regione in favore dei truffatori, secondo l’inquirente bisogna far luce su un altro milione di euro di uso sospetto, Don Federico, responsabile Caritas finito sotto inchiesta dichiara: fui io a denunciare il raggiro.
Potrebbe assumere le stesse dimensioni dell’inchiesta Cpl Concordia, iniziata all’isola d’Ischia percorse l’Italia intera fino ad addormentarsi per volere di qualche influente politico che ne gestiva la direzione, speriamo non succeda la stessa cosa con le Onlus implicate nello scandalo che iniziata dall’associazione giuglianese «Un’ala di riserva», magari arriva in Vaticano dietro le mura dello Ior, e qui trova qualche grande prelato che riesce a coprire tutto con il suo mantello color porpora.
Questi grandi scandali, difficilmente sono gestiti da un singolo truffatore, hanno bisogno di un progetto di più ampio raggio e di grandi pensatori, degli studiosi della truffa, persone forti che scrivono le deboli leggi italiane, persone che prima di promulgarle hanno nel cassetto l’antidoto per combatterla, povero Cantone, destinato a fare l’agnello sacrificale, a battersi da solo contro un branco di lupi affamati di truffa, il popolo ha imparato sulla sua pelle, che non c’è truffa peggiore di quella politica.
Comunque, già in passato scoppiarono inchieste che videro implicate altre orgassociazioni senza lucro che si erano appropriate di miliardi di lire ai danni dei bambini, e pure queste furono coperte dal velo porporato allo scopo di tenere ancora il popolo attaccato alla beneficenza, il Cantone di oggi si potrebbe associare al Prefetto Mori di ieri, il quale alla fine dichiara di sentirsi come un chirurgo che ha fatto soffrire, ma che non ha guarito, al momento giusto gli hanno tolto il bisturi dalle mani.
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