martedì 21 aprile 2015

Caserta, la Whirlpool ha deciso: chiude il sito Indesit di Caserta e tutti a casa.

La storica prima lavatrice.
Un’altra tegola di grosse dimensioni sta cadendo sulla testa degli italiani, i licenziamenti dell’Indesit ingrosseranno le liste degli esodati, ma lo Stato dov’è.

I vertici della multinazionale Whirlpool hanno indurito i muscoli e stanno per vincere il braccio di ferro ingaggiato con i lavoratori e le organizzazioni sindacali che si stanno battendo per evitare la chiusura dell’Indesit presente sul territorio casertano da circa mezzo secolo, le trattative con le OOSS Fim Fiom Uilm e Ugl non hanno portato a nessuna buona conclusione, anzi!

La Whirlpool conferma la chiusura del sito Indesit di Caserta ed espone il suo piano di rientro che presenterebbe un esubero di 1300 unità produttive, per il prossimo 27 aprile, il governo ha convocato un incontro strutturale tra la politica, le organizzazioni sindacali e i vertici della multinazionale per fare il punto della situazione, già nell’aria girano le voci probabili delle richieste dell’Indesit, che riguarderebbero la delocalizzazione della fabbrica in altro paese dovuto all’alto costo della manodopera e alla pressante fiscalizzazione, cosa risponderà il governo?

D'altronde come si può inchiodare un imprenditore alla croce conoscendo la crisi in atto che non permette più la competitività dei prezzi se non con la sola professionalità e qualità del proprio prodotto, in un mercato dove la forte esportazione asiatica sta letteralmente distruggendo l’economia europea, quale mediazione potrà fare il nostro governo se non è in grado di ridurre la fiscalizzazione, l’unica alternativa, sarebbe quella di obbligare la nostra manodopera ad accettare la stessa paga e gli stessi patti e condizioni praticati nei paesi dell’Est riportandola indietro di un secolo a quando si costruivano le lavatrici in legno, ma continuando a spendere con la valuta attuale per vivere, il che sarebbe impossibile.

Forse Renzi quando ha detto "State sereni ci parlo io con l'azienda e apro trattativa", sapendo di non avere grandi argomenti e possibilità per frenare la chiusura, intendeva appunto convertire il costo della manodopera e penalizzare maggiormente il popolo italiano in favore dei potenti e dei banchieri, anche sapendo che potrebbe attingere milioni riducendo i costi della politica, non azzarderebbe mai a lanciare una proposta del genere per timore di essere buttato fuori dagli stessi che l’hanno buttato dentro con la forza.

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