martedì 13 gennaio 2015

Napolitano all’atto finale, mercoledì torna a casa, "Quirinale bello, ma un po' una prigione".

Ormai stanco e avanti con l’età, dopo aver dato il meglio di se stesso, si approssima a dimettersi in un momento politicamente poco felice.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, presto rassegnerà le dimissioni, dalle sue dichiarazioni la data fatidica sarebbe il prossimo mercoledì, non si può chiedere di più, dopo aver speso la vita al servizio dello Sato si appresta a tornare alla vita normale, a godersi la tranquillità della sua casa sgravato dal peso oppressore della politica italiana.

La grande incognita per il dopo Napolitano vede in questi giorni la politica protesa alla direzione dello Stato italiano, ogni colore politico vede il suo candidato al posto di comando più alto, ma obiettivamente battersi per collocare alla presidenza della Repubblica un altro ottantenne che conoscendo l’andazzo partirebbe già stanco di combattere, in questo momento l’Italia non saprebbe proprio cosa farsene.

I due grandi dimissionari.  foto Wikipedia.
L’italiano medio è sfiduciato politicamente, e guardandosi intorno gli è difficile scorgere la giusta figura a cui affidare la guida della Nazione, per giunta, in un momento tanto delicato quanto compromesso politicamente, ci vorrebbe un personaggio come Papa Francesco con la volontà di ribaltare le sorti del paese mandando a casa gli affaristi e i disonesti con azioni energiche che richiederebbero poteri forti, purtroppo una persona del genere non passerebbe mai la barriera di quell’affarismo e ladrocinio esistente che fa quadrato intorno alla politica disonestà, a meno ché le dimissioni del Presidente non siano pilotate come quelle papali, servite per mettere la persona giusta al posto giusto.

Solo un uomo di una grande determinazione potrebbe riuscire a tenere a bada la massa politica che si nutre soltanto dell’affarismo, lo stesso Renzi ha dovuto desistere quando ha tentato di affrontare le vere riforme come quella del dimezzamento dei parlamentari, del tetto degli stipendi, dei privilegi e le altre riforme che potevano intaccare i poteri forti, è stato costretto a cedere per non essere rottamato a sua volta, diventando per certi versi un burattino nelle mani del puparo.

SPERIAMO IN BENE, ANCHE SE PEGGIO DI COSI’!!!!!.
 

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