domenica 19 ottobre 2014

Il presidente della Corte d’Appello appena firmata la sentenza che scagiona Berlusconi, abbandona la toga e si dimette.

Silvio Berlusconi e Ruby Rubacuori.   Foto: Wikipedia
Sentenza Ruby, scritte le motivazioni, Berlusconi non sapeva della minore età della bella Ruby pure se ampiamente provata la sua prostituzione.

Nelle motivazioni espresse dalla seconda sezione della Corte d’Appello di Milano, si apprende l’innocenza di Berlusconi riguardo alla conoscenza dell’età di Ruby rubacuori, non esiste la prova che Silvio Berlusconi sapesse della minore età di Ruby, questa l’esplicita motivazione che scagionerebbe del tutto l’ex presidente del Consiglio.

Appena finito di leggere le motivazioni liberatorie il giudice Enrico Tranfa lasciando tutti di stucco ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di presidente del collegio d’Appello della seconda sezione del Tribunale di Milano, per il forte dissenso con il resto del collegio, le sue dimissioni fanno intendere chiaramente di essere stato costretto all’adesione per qualche motivo non ancora noto, ma che sarebbe legato alla decisione di riconoscere l’innocenza berlusconiana

La destra forzista sta già additando il giudice dimissionario come un componente della sinistra giustizialista, ma la potenza di Berlusconi è tanta ed evidente, un giudice finito sotto inchiesta per aver decretato che Berlusconi sapeva, un altro Giudice forse, per non fare la stesa fine si dimette e lascia la Magistratura per dissenso, la vicenda pone dei seri dubbi che andrebbero chiariti, ma da chi? da Ghedini forse?.

Le dimissioni del giudice Enrico Tranfa presentate venerdì, secondo i vertici della Corte, anche se dettate da personale dissenso non sarebbero dovute essere rese note alla stampa in quanto in netto contrasto con le regole comportamentali e deontologiche che imporrebbero al collegio l’assoluto riserbo sulle decisioni collegiali intraprese e adottate in merito alla procedura processuale, è quanto dichiarato dai vertici del Tribunale milanese che forse, sarebbe nelle loro intenzioni promuovere azioni disciplinari nei suoi confronti come per l'altro giudice.
 
 

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